
Israele riprende il lancio di aiuti a Gaza e si prepara all’arrivo della Handala
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Nuovi aiuti umanitari verso Gaza: Israele annuncia corridoi sicuri e lanci aerei. Tensione in mare per l’arrivo della nave Flotilla. Pressioni su Usa e Trump dopo le parole su Hamas
Dopo giorni di critiche e appelli, Israele ha annunciato la ripresa del lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza. In una nota diffusa in serata, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno comunicato che verrà effettuato un nuovo lancio aereo, parte di una “serie di azioni” finalizzate ad alleviare la crisi umanitaria nella regione.
I pallet in arrivo conterranno farina, zucchero e cibo in scatola, forniti da organizzazioni internazionali, e saranno sette in totale. La decisione è stata presa “in conformità con le direttive della leadership politica”, spiegano le IDF, anche per “confutare la falsa affermazione secondo cui si starebbe deliberatamente affamando la popolazione”.
Corridoi e pause umanitarie, ma resta l’allerta militare
Le autorità militari israeliane hanno inoltre annunciato l’apertura di “corridoi umanitari designati” per permettere il passaggio sicuro dei convogli dell’ONU incaricati della distribuzione di cibo e medicinali a Gaza.
“Le Forze di Difesa israeliane sono pronte a implementare pause umanitarie nelle aree densamente popolate”, si legge nella nota, che precisa però che le operazioni militari per lo smantellamento delle infrastrutture di Hamas e l’eliminazione dei combattenti proseguiranno nelle aree d’attività.
Nel frattempo, secondo diverse fonti locali e internazionali, nella Striscia decine di persone, tra cui molti bambini, sarebbero già morte per fame.
Tensione in mare: l’esercito israeliano monitora la Handala
Cresce intanto la tensione in mare aperto. Le IDF si dicono pronte ad affrontare l’arrivo della nave Handala, appartenente alla Freedom Flotilla Coalition, che ha l’obiettivo dichiarato di raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari via mare.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, l’esercito israeliano è in attesa di indicazioni da parte della leadership politica, ma conferma che il blocco marittimo su Gaza è in vigore e che sono stati predisposti diversi scenari operativi per affrontare eventuali tentativi di violazione.
A bordo della Handala si trova anche la deputata francese Gabrielle Cathala, che ha denunciato l’avvicinamento di navi israeliane con l’obiettivo, a suo dire, di “rapire illegalmente l’equipaggio in acque internazionali”. Le immagini in diretta streaming mostrano i membri dell’equipaggio indossare giubbotti di salvataggio, in previsione di un possibile abbordaggio.
Hamas critica Trump: “Parole sorprendenti”
Inaspettata, secondo Hamas, la recente dichiarazione dell’ex presidente americano Donald Trump, secondo cui il movimento palestinese “non voleva davvero” un accordo per il cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi.
“Le sue parole ci sorprendono, specialmente in un momento in cui erano stati fatti dei progressi nei negoziati”, ha dichiarato Taher al-Nunu, esponente di Hamas, all’agenzia AFP. “Non ci risultano blocchi nei punti in discussione e, anzi, ci ha sorpreso che le delegazioni di Usa e Israele abbiano lasciato i colloqui nei giorni scorsi”.
Rubio chiede un cambio di rotta: “La strategia su Gaza non funziona”
Intanto, secondo quanto riportato dal sito statunitense Axios, il segretario di Stato americano Marco Rubio avrebbe espresso forti perplessità sull’approccio dell’amministrazione in merito alla crisi a Gaza. Durante un incontro con familiari degli ostaggi israeliani, Rubio avrebbe detto più volte che “serve un ripensamento strategico” e che la questione va riportata direttamente al presidente Trump, tornato alla guida della Casa Bianca da sei mesi.
Il giornalista Barak Ravid, autore dell’approfondimento per Axios, riferisce che alcuni funzionari dell’amministrazione ammettono in privato che la linea finora seguita non ha prodotto risultati concreti, ma non è ancora chiaro se e come verrà modificata. Nel frattempo, sia Stati Uniti che Israele rischiano l’isolamento sul piano diplomatico, percepiti da molti alleati come corresponsabili della catastrofe umanitaria in corso nella Striscia.
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(con fonte AdnKronos)
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