
Taranto, si dimette il sindaco Bitetti: “Inagibilità politica”. Contestazioni sull’accordo ex Ilva
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Il primo cittadino lascia a poche settimane dall’elezione: tensioni in Municipio dopo un incontro con ambientalisti e cittadini contrari all’intesa sull’ex acciaieria
Il sindaco di Taranto Piero Bitetti si è dimesso ieri sera, a meno di due mesi dalla sua elezione, in seguito a una giornata di forti tensioni legate all’accordo di programma interistituzionale sull’ex Ilva. La decisione è stata formalizzata con una comunicazione all’ufficio del protocollo del Comune, in cui il primo cittadino motiva le dimissioni con “motivi di inagibilità politica”, e con effetto immediato. Bitetti ha ora 20 giorni di tempo per eventualmente ritirare le dimissioni, come previsto dalla legge.
Nel pomeriggio il sindaco aveva incontrato rappresentanti delle associazioni ambientaliste e della società civile, in vista del consiglio comunale di mercoledì 30 luglio, dove l’accordo sull’ex Ilva è all’ordine del giorno. Contemporaneamente, in piazza, manifestavano i cittadini contrari all’intesa, che chiedono un netto rifiuto dell’accordo da parte del Comune.
Secondo fonti comunali, dopo l’incontro con le associazioni, Bitetti sarebbe stato avvicinato da un piccolo gruppo di persone entrate nell’androne del Municipio, dove si sono verificati momenti di forte tensione e contestazioni verbali. Alcuni video diffusi sui social mostrano i manifestanti mentre interpellano con toni accesi il primo cittadino: “Devi salvare la salute di Taranto, tu sei il primo cittadino”, “Prendi le distanze da Emiliano”, “Ascolta tutti”, si sente gridare.
Tra gli slogan, anche un duro attacco al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ritenuto da alcuni manifestanti tra i responsabili della linea politica sul futuro dell’impianto siderurgico. “Bitetti, perché non esci qua fuori?”, urla un manifestante, mentre un coro grida “Assassini, assassini”.
Secondo alcune ricostruzioni, proprio questi momenti di tensione avrebbero influito sulla scelta del sindaco di dimettersi, giudicando non più sostenibile il clima politico e sociale attorno alla vicenda dell’ex Ilva.
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(con fonte AdnKronos)
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