
Hossein Salami, il ‘falco’ dei Pasdaran ucciso in un attacco israeliano a Teheran
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Il capo delle Guardie della Rivoluzione iraniane era noto per la sua durezza contro Israele e l’Occidente. Nel 2023 ordinò il primo massiccio attacco con 300 droni e missili contro Tel Aviv
Hossein Salami, comandante delle Guardie della Rivoluzione islamica iraniana, è stato ucciso nei giorni scorsi in un attacco israeliano a Teheran. Figura di spicco e stretto collaboratore della Guida Suprema Ali Khamenei, Salami era diventato simbolo della linea dura di Teheran nei confronti di Israele e dell’Occidente.
Nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2024, poco più di un anno fa, la televisione di Stato iraniana lo mostrò mentre ordinava l’attacco con 300 droni e missili contro Israele, un’operazione senza precedenti voluta per colpire il “nemico giurato” dell’Iran.
Considerato un maestro nella guerra psicologica e nella propaganda, Salami si distingueva per le sue invettive contro Israele e Stati Uniti. Solo il mese scorso aveva avvertito: “Se commettete il minimo errore, vi apriremo le porte dell’inferno”. In precedenza aveva minacciato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di doversi “allenare a nuotare nel Mar Mediterraneo” in caso di fuga dal proprio Paese.
Nato il 14 maggio 1960 a Golpayegan, nella provincia di Esfahan, Salami partecipò come combattente alla guerra Iran-Iraq (1980-1988). Salì rapidamente nei ranghi dei Pasdaran, diventando comandante dell’aeronautica e subendo sanzioni internazionali dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Nel 2019, dopo il ritiro americano dall’accordo nucleare (Jcpoa), Khamenei lo nominò capo delle Guardie della Rivoluzione, ruolo che ricoprì fino alla sua morte. Faceva anche parte del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale, organo chiave nella strategia militare e di politica estera iraniana.
Fondati nel 1979 dopo la Rivoluzione Islamica, i Pasdaran contano oggi circa 125mila membri, secondo l’Istituto Internazionale di Studi Strategici (IISS). A differenza dell’esercito regolare, sono incaricati di proteggere la Rivoluzione e i suoi principi, più che il territorio nazionale.
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(con fonte AdnKronos)
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