Hamas verso il no alla nuova proposta Usa per il cessate il fuoco a Gaza
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Delusione per un piano giudicato sbilanciato a favore di Israele. Il gruppo islamista critica l’assenza di garanzie su una tregua permanente e la fine della guerra
Hamas si prepara a respingere la nuova proposta di cessate il fuoco presentata dagli Stati Uniti per la Striscia di Gaza. A rivelarlo è stato un alto funzionario del gruppo armato palestinese alla Bbc, esprimendo profonda insoddisfazione per il piano, definito troppo sbilanciato a favore di Israele.
Delusione per l’offerta americana
La Casa Bianca aveva annunciato ieri che Israele aveva approvato il piano redatto dall’inviato Usa Steve Witkoff, in attesa di una risposta da parte di Hamas. Tuttavia, il gruppo islamista ha fatto sapere che l’offerta non soddisfa le sue richieste fondamentali, tra cui la cessazione definitiva della guerra. La risposta formale, ha aggiunto il funzionario, arriverà “a tempo debito”.
Secondo quanto riportato da Axios, Hamas si sarebbe detta delusa da una proposta che rappresenta un arretramento rispetto ai negoziati precedenti. Il giornalista israeliano Barak Ravid ha sottolineato come il piano non includa garanzie chiare da parte di Washington affinché il cessate il fuoco temporaneo diventi permanente. Manca anche un impegno vincolante che, nel caso i negoziati superino i 60 giorni previsti, la tregua venga automaticamente prorogata e non violata unilateralmente da Israele, come accaduto in passato.
I contenuti del piano Witkoff
La nuova proposta prevede una tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza, con il rilascio di 10 ostaggi israeliani in due fasi, distanziate di una settimana. Hamas, dal canto suo, dovrebbe restituire i corpi di 18 ostaggi deceduti ancora in suo possesso, mentre Israele riconsegnerebbe i corpi di 180 palestinesi.
Il piano include anche la scarcerazione di 125 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo e di 1.111 abitanti di Gaza arrestati dopo l’attacco del 7 ottobre. Lo scopo è creare le condizioni per negoziare una fine duratura del conflitto e ottenere, nel corso della tregua, il rilascio degli altri ostaggi ancora trattenuti da Hamas.
Ritiro militare e aiuti umanitari
Tra i punti previsti dalla proposta c’è anche la ripresa della distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza sotto la supervisione dell’Onu e di organizzazioni internazionali. L’esercito israeliano, inoltre, dovrebbe ritirarsi nelle posizioni precedenti alla nuova offensiva lanciata a marzo.
Negoziati in stallo
Nonostante la pressione diplomatica di Washington, l’esito dei negoziati appare sempre più incerto. Senza garanzie su una tregua permanente e sulla fine della guerra, Hamas sembra intenzionata a rifiutare un accordo che considera non sostenibile politicamente né strategicamente.
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(con fonte AdnKronos)
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