
Gaza, almeno 21 morti a Rafah durante la distribuzione di aiuti. Ancora stallo sulla tregua
Fonti mediche locali denunciano colpi d’arma da fuoco contro civili diretti al centro della Gaza Humanitarian Foundation. Hamas respinge la proposta Usa per il cessate il fuoco
Almeno 21 persone sono state uccise questa mattina nei pressi di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre si recavano a un centro di distribuzione degli aiuti umanitari della Gaza Humanitarian Foundation. Lo riferiscono fonti del vicino ospedale della Croce Rossa, secondo quanto riportato dal Times of Israel. Stando a Al Jazeera, i colpi sarebbero stati esplosi da veicoli delle forze di difesa israeliane (IDF), ma al momento non ci sono conferme ufficiali da parte di Tel Aviv.
Fonti palestinesi avevano inizialmente parlato di almeno 15 vittime. L’organizzazione colpita è sostenuta da Israele e Stati Uniti, circostanza che contribuisce ad accrescere la tensione attorno all’episodio, i cui contorni restano comunque ancora da chiarire.
Intanto, sul piano diplomatico, si allontana una possibile tregua. Hamas ha risposto alla recente proposta americana per un cessate il fuoco, ma avanzando condizioni che Washington ha definito “inaccettabili”. Lo ha dichiarato l’inviato speciale del presidente Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che ha parlato di “un rifiuto” da parte del gruppo palestinese.
La richiesta principale di Hamas è che venga garantito un cessate il fuoco permanente e un ritiro totale delle truppe israeliane da Gaza. Inoltre, ha proposto una modifica alla sequenza prevista per il rilascio degli ostaggi: invece di due fasi concentrate nella prima settimana di tregua, Hamas propone cinque fasi distribuite lungo l’intero periodo di 60 giorni proposto dagli Stati Uniti.
Secondo fonti coinvolte nei colloqui, Hamas sarebbe disposto a liberare quattro ostaggi vivi il primo giorno della tregua, due il trentesimo giorno e altri quattro al termine dell’accordo. I corpi degli ostaggi deceduti verrebbero consegnati tra il trentesimo e il cinquantesimo giorno. Una sequenza che, secondo Hamas, garantirebbe la continuità dei negoziati e impedirebbe a Israele di abbandonare l’intesa prematuramente.
Washington ha rigettato le condizioni come “totalmente inaccettabili”. Witkoff ha sollecitato Hamas ad accettare il piano statunitense come base per avviare i colloqui già dalla prossima settimana.
Anche Israele ha reagito negativamente alla proposta di Hamas. “Mentre Israele ha accettato la cornice aggiornata di Witkoff per il rilascio degli ostaggi, Hamas resta arroccata nel rifiuto”, ha dichiarato l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, ribadendo l’impegno di Tel Aviv a “continuare nella lotta per riportare a casa gli ostaggi e sconfiggere Hamas”.
(con fonte AdnKronos)
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