
Scontro sui dazi di Trump: la Corte d’Appello sospende lo stop del tribunale
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Dopo la sentenza che dichiarava illegittime le tariffe imposte contro Cina, Messico e Canada, la giustizia federale blocca tutto in via provvisoria. Trump attacca i giudici del TCI: “Sentenza politica”
I dazi imposti dal presidente americano Donald Trump resteranno per ora in vigore. La Corte d’Appello federale ha infatti concesso una sospensione temporanea della sentenza emessa dal Tribunale del Commercio Internazionale, rinviando ogni decisione definitiva e lasciando margini per ulteriori sviluppi giudiziari.
La decisione ribalta, almeno temporaneamente, quanto stabilito dai tre giudici della United States Court of International Trade di Manhattan, che avevano dichiarato l’illegittimità dell’imposizione delle tariffe da parte dell’esecutivo. Il tribunale aveva infatti ordinato lo stop ai dazi su Cina (30%), Messico e Canada (25%) e su molte altre merci (10%) introdotti da Trump, sostenendo che l’ex presidente non avesse l’autorità per imporli senza passaggi legislativi adeguati.
Secondo la sentenza, i dazi erano stati giustificati impropriamente con l’International Emergency Economic Powers Act e privi di una base giuridica concreta. I giudici avevano proposto un’ingiunzione permanente, dando dieci giorni di tempo per avviare le procedure amministrative per il blocco effettivo delle tariffe. Tuttavia, la sospensione imposta dalla Corte d’Appello congela l’iter e consente il mantenimento delle misure in attesa di ulteriori pronunciamenti.
La reazione della Casa Bianca non si è fatta attendere: la portavoce Karoline Leavitt ha definito la sentenza del Tribunale del Commercio Internazionale “palesemente sbagliata”, accusando i giudici di voler usurpare il potere presidenziale. Il Dipartimento di Giustizia ha subito chiesto un congelamento amministrativo della decisione, con l’intenzione di rivolgersi alla Corte Suprema.
Il presidente Trump è intervenuto con veemenza sulla vicenda tramite un lungo post pubblicato su Truth Social, parlando di “sentenza politica” e attaccando duramente i tre giudici che avevano votato contro i dazi, inclusa una togata nominata da lui stesso nel primo mandato. “Com’è possibile che abbiano arrecato un danno così grande agli Stati Uniti? È solo odio per Trump?”, ha scritto, accusando i “giudici della sinistra radicale” di voler distruggere il Paese.
Trump ha definito la sentenza “la più grave mai emessa contro una nazione sovrana”, sostenendo che i dazi rappresentino uno strumento fondamentale per difendere l’economia americana. “Il presidente deve avere il potere di proteggere l’America da chi le causa danni economici”, ha affermato.
Le tariffe escluse dalla contestazione restano quelle imposte in base al Trade Expansion Act, come il 25% su auto, acciaio e alluminio. Ma il confronto legale e politico è tutt’altro che chiuso: il futuro dei dazi sarà deciso nei prossimi passaggi giudiziari, con la Corte Suprema come possibile arbitro finale.
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(con fonte AdnKronos)
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