Torna la guerra a Gaza: centinaia di vittime dopo i raid israeliani
Netanyahu ordina la ripresa delle operazioni militari contro Hamas con l’operazione ‘Strength and Sword’ dopo il fallimento dei negoziati per il cessate il fuoco
Israele ha ripreso nella notte gli attacchi aerei contro la Striscia di Gaza, dando il via all’operazione ‘Strength and Sword’ (Forza e Spada) su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha dichiarato ufficialmente la ripresa delle ostilità contro Hamas. Il cessate il fuoco in vigore è stato interrotto dopo il fallimento dei negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti dall’organizzazione. La decisione ha scatenato un’escalation di violenze, con bombardamenti intensificati e una crescente preoccupazione per la sicurezza dei civili.
Secondo fonti mediche palestinesi citate dall’emittente Al-Jazeera, il bilancio delle vittime ha già superato le 350 persone, per lo più donne e bambini, con centinaia di feriti. I raid israeliani hanno preso di mira anche leader di Hamas, tra cui Mahmoud abu Watfa e Issam al Daalis, figure chiave dell’organizzazione. Alcuni esponenti di Hamas, compreso Bahjat Abu Sultan, capo della sicurezza interna, sono stati eliminati nei recenti attacchi.
L’esercito israeliano (IDF) ha ordinato l’evacuazione di diverse aree della Striscia di Gaza, invitando i civili a lasciare immediatamente le zone di combattimento come Beit Hanoun, Khirbet Khuza’a e Abasan al-Kabira, per cercare rifugio in aree meno esposte. Il portavoce delle forze israeliane, Avichay Adraee, ha dichiarato su X che la campagna militare punta a “neutralizzare le organizzazioni terroristiche e rimuovere la minaccia rappresentata da Hamas”.
Netanyahu ha sottolineato che la decisione di riprendere la guerra è stata presa dopo che Hamas ha rifiutato tutte le proposte per il rilascio degli ostaggi, compresi i tentativi mediati dall’inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff. “Israele continuerà a combattere fino a quando tutti gli obiettivi non saranno stati raggiunti”, ha affermato Netanyahu, includendo il ritorno degli ostaggi e la distruzione delle infrastrutture di Hamas.
Dall’altra parte, Hamas ha accusato Israele di aver sabotato l’accordo per il cessate il fuoco e ha condannato la ripresa delle operazioni militari, affermando che Netanyahu ha “condannato a morte” gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Il movimento ha chiesto l’intervento della comunità internazionale per fermare l’escalation e ritenere Israele responsabile per la violazione degli accordi.
Nel frattempo, la Casa Bianca ha confermato che Israele aveva consultato l’amministrazione Trump prima di avviare i nuovi raid. Brian Hughes, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato che “Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, ma ha scelto di rifiutare e scatenare la guerra”. Karoline Leavitt, portavoce del presidente Trump, ha ribadito la determinazione degli Stati Uniti nel sostenere Israele contro le minacce terroristiche.
In un contesto già altamente infuocato, l’operazione militare israeliana rischia di amplificare ulteriormente le tensioni internazionali, mentre la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza continua a peggiorare. La comunità internazionale guarda con apprensione all’evoluzione della crisi, mentre la regione si trova sull’orlo di una nuova e devastante guerra.
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(con fonte AdnKronos)
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