
La Siria ripiomba nella violenza: esecuzioni di civili alawiti a Latakia dopo la caduta di Assad
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Scontri e rastrellamenti nella roccaforte alawita. Centinaia di morti, l’ONU lancia l’allarme. Il nuovo governo di al-Sharaa sotto pressione
Dopo mesi di relativa stabilità, la Siria è nuovamente precipitata nella violenza a seguito della caduta del regime di Bashar al-Assad, avvenuta l’8 dicembre scorso. Le forze di sicurezza fedeli al nuovo presidente ad interim, Ahmed al-Sharaa, sono accusate di aver giustiziato centinaia di civili alawiti nella provincia costiera di Latakia, la storica roccaforte del deposto Assad, che ora si trova a Mosca.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione con sede nel Regno Unito, il bilancio delle vittime degli scontri e delle esecuzioni avvenute da giovedì ha raggiunto le 524 persone, tra cui 311 civili alawiti e 213 membri delle forze di sicurezza e dei gruppi alleati. I raid, che si concentrano principalmente nella città natale di Assad, Qardaha, hanno suscitato un clima di paura tra la minoranza alawita, che rappresenta circa il 9% della popolazione siriana.
Il nuovo presidente invita gli alawiti ad arrendersi
Il presidente ad interim al-Sharaa, sostenuto da fazioni armate tra cui il gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, ha lanciato un appello agli alawiti, invitandoli ad arrendersi “prima che sia troppo tardi”. In un post su Telegram, al-Sharaa ha dichiarato che “la nuova Siria perseguirà e processerà i resti del regime”, accusando gli alawiti di aver commesso “un errore imperdonabile” durante il governo di Assad.
Coprifuoco e timori di escalation
La situazione è critica nelle città di Homs, Latakia e Tartus, dove sono stati imposti coprifuoco e si registrano combattimenti e black out elettrici. L’emittente britannica BBC ha confermato l’autenticità di video che mostrano scene di violenza estrema, tra cui un corpo trascinato per le strade di Latakia. Le Nazioni Unite, attraverso l’inviato speciale per la Siria, Geir Pedersen, hanno espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation e hanno esortato le parti a evitare un ulteriore deterioramento della situazione.
Reazioni internazionali e timori regionali
Russia e Turchia hanno lanciato avvertimenti sulla pericolosità di questa nuova spirale di violenza, che potrebbe destabilizzare l’intera regione, mentre la Germania ha chiesto alla Siria di evitare un’escalation. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha condannato fermamente la violenza, avvertendo che attori terzi, in particolare Israele, potrebbero sfruttare la crisi per alimentare ulteriori disordini.
Un Paese lacerato da fazioni armate
Le autorità di transizione siriane si trovano ad affrontare una sfida complessa: nonostante la fine del regime di Assad, la presenza di molteplici fazioni armate, tra cui ex militari fedeli al vecchio regime, rende difficile il controllo dell’intero territorio. La Siria, multiconfessionale e multietnica, resta un campo minato di tensioni settarie e conflitti interni.
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(con fonte AdnKronos)
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