Gaza: tensioni crescenti dopo le accuse di violazione degli accordi di cessate il fuoco
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Israele blocca i movimenti verso il nord di Gaza e ritarda il ritiro dal Libano meridionale
Migliaia di palestinesi sfollati nel nord della Striscia di Gaza restano impossibilitati a tornare nelle proprie abitazioni, mentre il ritiro delle truppe israeliane dal Libano meridionale, previsto per oggi, è stato in parte rinviato. Due contesti differenti, ma legati da crescenti tensioni regionali e accuse di violazioni degli accordi di cessate il fuoco.
Blocco a Gaza dopo lo scambio di prigionieri
In Gaza, Israele ha chiuso una strada principale, accusando Hamas di aver violato i termini di un recente cessate il fuoco. La situazione si è complicata dopo lo scambio di prigionieri: Hamas ha rilasciato quattro soldatesse israeliane, mentre Israele ha liberato 200 prigionieri palestinesi. Tuttavia, Israele ha imposto nuove condizioni, dichiarando che non permetterà il ritorno dei palestinesi verso il nord della Striscia fino a quando non saranno definiti piani concreti per il rilascio della civile israeliana Arbel Yehud, che Hamas ha assicurato sarà liberata la prossima settimana.
L’accordo prevedeva che Hamas rilasciasse i civili prima dei militari, ma le autorità israeliane ritengono che tale sequenza sia stata disattesa. Ieri sera, lungo la strada al-Rashid, nel centro di Gaza, si sono verificati momenti di tensione, con colpi d’arma da fuoco sparati dalle Forze di Difesa israeliane (IDF) per disperdere una folla di sfollati. “Le sparatorie erano mirate a distanziare le persone e non a ferirle”, ha dichiarato l’IDF, aggiungendo che non ci sono stati feriti tra i presenti.
Ritiro incompleto dal Libano meridionale
Sul fronte libanese, Israele avrebbe dovuto completare oggi il ritiro delle proprie truppe dal sud del Paese, secondo un accordo mediato 60 giorni fa da Stati Uniti e Francia per porre fine a 14 mesi di conflitto con Hezbollah. Tuttavia, Israele ha deciso di mantenere alcune unità sul territorio, sostenendo che Hezbollah non ha rispettato pienamente i termini dell’intesa.
L’accordo prevedeva, oltre al ritiro israeliano, la rimozione di combattenti e armi di Hezbollah dall’area, da sostituire con migliaia di soldati dell’esercito libanese incaricati di garantire la sicurezza. Israele ha giustificato il ritardo affermando che tale condizione non è stata rispettata, lasciando il sud del Libano in una situazione di stallo.
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(con fonte AdnKronos)
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