Suicidio di Larimar Annaloro: gli inquirenti confermano ma sembrerebbe indotto
La Procura per i Minori di Caltanissetta conferma il suicidio, ma apre a nuovi accertamenti su revenge porn e materiale pedopornografico
Il suicidio della giovane Larimar Annaloro, la 15enne trovata impiccata nella pineta di casa a Piazza Armerina, è un caso che scuote profondamente, ma gli inquirenti restano concentrati sui dati oggettivi. Il procuratore per i minori di Caltanissetta, Rocco Cosentino, ha ribadito in conferenza stampa che, al momento, tutte le evidenze raccolte indicano un suicidio. “La compatibilità con una morte per soffocamento dovuta a impiccamento è piena, senza segni di lesività esterna o etero indotta”, ha precisato.
Le indagini e i prossimi passi
Gli accertamenti autoptici completi, i cui esiti sono attesi tra circa 90 giorni, potrebbero fornire ulteriori dettagli. Tuttavia, Cosentino ha chiarito che l’indagine prosegue anche su altre piste. “Stiamo procedendo per istigazione al suicidio, ma non trascuriamo alcun elemento. Abbiamo aggiornato il registro con i reati di revenge porn e diffusione di materiale pedopornografico, per i quali sono stati sequestrati otto cellulari”, ha dichiarato il magistrato, sottolineando che al momento non vi sono indagati, e i sequestri servono esclusivamente per raccogliere informazioni utili.
Il ruolo della comunità locale
Sollecitato dai giornalisti sulla presunta omertà a Piazza Armerina, il procuratore ha negato che ci sia stata reticenza nelle testimonianze raccolte finora. “Chi è stato convocato ha offerto il proprio contributo, anche se la qualità di questo contributo resta da verificare. Se ci sono persone a conoscenza di fatti rilevanti che non si sono ancora fatte avanti, rivolgo un appello soprattutto ai giovani: non abbiate timore di parlare”, ha aggiunto.
Un appello ai ragazzi
Durante la conferenza stampa, Cosentino si è rivolto direttamente ai giovani, sottolineando i rischi legati all’uso dei dispositivi elettronici. “I cellulari sono vere e proprie armi improprie di cui spesso i ragazzi non comprendono la potenzialità. Invito tutti a essere più riservati: una foto condivisa può entrare in rete e diventare impossibile da eliminare”.
La posizione dei familiari e l’ipotesi dell’omicidio
Il dolore dei genitori di Larimar, che hanno ipotizzato un possibile omicidio, è stato accolto con rispetto dal procuratore, ma senza compromessi sul metodo investigativo. “Capisco il grido di dolore della madre, ma non posso basare le indagini su valutazioni di parte o sospetti. Se emergeranno nuovi elementi, saremo pronti a indagare anche in questa direzione”, ha assicurato Cosentino.
L’inchiesta, pur partendo dall’ipotesi di suicidio, si conferma aperta a ogni sviluppo, con l’obiettivo di fare piena luce sulle circostanze della tragica morte della giovane Larimar.
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(con fonte AdnKronos)
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