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Disordini e violenze durante la manifestazione pro Palestina non autorizzata. 30 feriti tra le forze dell’ordine, 40 fogli di via e 4 persone fermate. Infiltrati tra i manifestanti
Roma è stata teatro di gravi scontri durante la manifestazione pro Palestina non autorizzata, che ha visto un’escalation di violenze e tensioni. Nella giornata del 5 ottobre, nonostante il divieto della questura, circa 7.000 persone si sono riversate nelle strade, dando vita a scene di guerriglia urbana in vari punti della città, con il centro degli scontri concentrato a Piazzale Ostiense.
I manifestanti hanno lanciato bottiglie, bastoni e bombe carta contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni e idranti nel tentativo di contenere la situazione. I manifestanti, urlando “Corteo, corteo” e “fateci passare”, hanno cercato di sfondare il blocco imposto dai blindati della polizia. Tra gli atti più violenti, un cartello stradale è stato scagliato contro gli agenti. In seguito, le forze di polizia hanno reagito con cariche per disperdere la folla.
Numerosi feriti e fogli di via
Il bilancio dei disordini è pesante: 30 feriti tra le forze dell’ordine, di cui 26 poliziotti e 4 finanzieri. Sul fronte dei manifestanti, una ragazza è stata ferita alla testa. Durante i controlli successivi agli scontri, 40 persone provenienti da diverse città italiane, come Varese, Livorno, Napoli, Torino, Milano e Bari, sono state raggiunte da fogli di via. Molti dei partecipanti erano giovani e studenti, alcuni incappucciati, che si erano posizionati all’inizio del corteo, esponendosi ai contatti diretti con le forze dell’ordine.
Quattro persone sono state accompagnate in questura dopo i disordini. Due di loro sono state denunciate a piede libero per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre la posizione degli altri due è ancora sotto esame.
Allarme infiltrati e valutazioni del Viminale
Le tensioni della giornata hanno confermato i timori espressi dalle autorità nelle ore precedenti alla manifestazione. Secondo fonti del Viminale, i disordini odierni erano prevedibili, data la presenza di infiltrati all’interno del corteo, intenzionati a scatenare violenze contro obiettivi sensibili, oltre che contro le forze di polizia. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ribadito che la decisione di vietare la manifestazione si basava proprio su informazioni di intelligence che indicavano un alto rischio per l’ordine pubblico.
In particolare, le fonti del Viminale hanno sottolineato che uno dei fattori più critici era proprio la presenza di gruppi organizzati pronti a utilizzare il corteo come copertura per attacchi violenti, come avvenuto a Piazzale Ostiense.
L’intervento del ministro Piantedosi
Il ministro Piantedosi ha immediatamente telefonato al capo della Polizia, Vittorio Pisani, per avere aggiornamenti sulle condizioni dei rappresentanti delle forze dell’ordine feriti durante gli scontri. Piantedosi ha espresso il suo apprezzamento per la gestione della situazione da parte della polizia, lodando la professionalità e l’equilibrio dimostrati durante una giornata particolarmente complessa.
Il titolare del Viminale ha evidenziato come, nonostante le aggressioni subite dagli agenti e l’utilizzo di armi improprie e bombe carta da parte dei manifestanti, le forze dell’ordine abbiano garantito l’ordine pubblico e limitato i danni, prevenendo ulteriori escalation di violenza.
Un anniversario ad alta tensione
La manifestazione del 5 ottobre si inserisce in un contesto delicato, avvenendo alla vigilia del primo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023. Questo ha contribuito ad accrescere la tensione nelle ore precedenti all’evento, spingendo le autorità a mettere in campo un imponente dispositivo di sicurezza per prevenire eventuali disordini.
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(con fonte AdnKronos)
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