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Tensione crescente tra i team di Trump e Harris in vista del dibattito televisivo sulla ABC. Disaccordo sulle regole e accuse reciproche di manipolazione

Il dibattito televisivo tra l’ex presidente Donald Trump e la vice presidente Kamala Harris, previsto per il 10 settembre sulla ABC, è già al centro di polemiche prima ancora di iniziare. La disputa ruota intorno a una questione tecnica ma cruciale: i microfoni dei candidati dovrebbero restare sempre accesi, come proposto dalla campagna di Harris, o dovrebbero seguire le stesse regole del precedente dibattito tra Trump e Joe Biden, con il microfono spento per chi non ha il turno di parlare?

Secondo fonti riportate dalla CNN, i team dei due candidati sono bloccati in un’impasse, incapaci di raggiungere un accordo. Trump, in un post sul social Truth, ha criticato la ABC, etichettandola come “Fake News”, e si è chiesto se valga la pena partecipare al dibattito contro Harris su quel network.

Brian Fallon, consulente senior per la comunicazione della campagna di Harris, ha dichiarato che la ABC e le altre reti interessate a ospitare dibattiti futuri sono state informate della preferenza di Harris per i microfoni sempre accesi. Fallon ha insinuato che lo staff di Trump preferirebbe avere il controllo sui microfoni perché dubita che il loro candidato possa sostenere un confronto diretto con Harris senza interruzioni. “Non pensano che Trump possa gestire se stesso contro la vicepresidente Harris senza il beneficio di un pulsante di disattivazione,” ha affermato Fallon.

Dall’altra parte, lo staff di Trump, rappresentato dal consigliere senior Jason Miller, ha ribadito che le regole del dibattito sono già state concordate in base a quelle utilizzate nel precedente confronto con Biden sulla CNN. Miller ha accusato lo staff di Harris di voler cambiare le regole in corsa, sostenendo che la richiesta di microfoni sempre accesi e altre modifiche come un dibattito seduti e l’uso di appunti sono tentativi di manipolare l’evento a vantaggio della vicepresidente.

Miller ha inoltre criticato la campagna di Harris per aver cercato di limitare le sue apparizioni pubbliche e ha insinuato che queste richieste siano un modo per evitare un vero confronto con Trump. “Non c’è modo che Harris sia pronta per essere comandante in capo,” ha concluso.

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(con fonte AdnKronos)

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