
Nessun verdetto lampo nel processo a Trump: la giuria si riunisce per un secondo giorno
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Dopo cinque ore di camera di consiglio, i giurati nel processo di New York contro Donald Trump riprendono oggi le loro deliberazioni sui 34 capi d’imputazione legati ai pagamenti alla porno star Stormy Daniels
Le speranze di chi auspicava un verdetto rapido nel processo di New York contro Donald Trump sono state deluse. Dopo cinque ore di discussioni, i 12 giurati hanno sospeso la riunione e riprenderanno oggi le loro deliberazioni per decidere se l’ex presidente sia colpevole dei 34 capi d’imputazione legati ai 130mila dollari pagati alla porno diva Stormy Daniels.
Nessuno sa quale direzione stiano prendendo le discussioni tra i giurati, ai quali il giudice Juan Merchan ha fornito una lunga lista di istruzioni su come affrontare il delicato compito di giudicare un ex presidente in un processo penale. Il fatto che siano stati inviati due biglietti al giudice con richieste di chiarimenti suggerisce che la giuria ha ancora bisogno di tempo. Un biglietto chiedeva di ascoltare nuovamente le istruzioni del giudice, mentre l’altro richiedeva di riascoltare parti delle testimonianze di Michael Cohen, ex avvocato di Trump e ora suo principale accusatore, e di David Pecker, ex editore del National Enquirer.
Merchan ha ricordato alla giuria che deve raggiungere un verdetto unanime e, se non ci riuscirà, sarà costretto a dichiarare un mistrial (processo annullato), con la possibilità di dover ricominciare. Se la giuria dichiarerà Trump colpevole, spetterà al giudice decidere la sentenza. I reati contestati prevedono una pena massima di quattro anni di carcere, ma Merchan potrebbe optare per una pena meno severa, come una condanna con la condizionale o una scarcerazione condizionata. Data l’età di Trump e la sua mancanza di precedenti penali, molti esperti ritengono improbabile una pena detentiva.
Le condizioni della condanna prevedrebbero interrogatori da parte dei funzionari dell’ufficio per la libertà condizionata sulla sua storia personale e le circostanze della condanna. Questi obblighi sarebbero considerati un insulto per un ex presidente che potrebbe essere prossimo alla rielezione. Inoltre, Merchan potrebbe condannare Trump ai servizi sociali.
Il Secret Service, responsabile della sicurezza di Trump, non ha ancora pianificato alcuna misura in caso di condanna detentiva. “Stiamo aspettando la decisione della giuria”, ha riferito l’agenzia a NBC News. Una condanna di un ex presidente sarebbe senza precedenti e creerebbe situazioni complesse, come il possibile proseguimento della protezione da parte del Secret Service anche in caso di detenzione.
Il sindaco di New York, Eric Adams, ha affermato che la prigione di Rikers Island e il dipartimento carcerario saranno pronti a “ospitare” Trump se necessario. In caso di condanna, Trump potrebbe continuare a candidarsi alla Casa Bianca, anche sotto detenzione domiciliare. In tale scenario, potrebbe organizzare comizi a distanza e apparizioni televisive, con l’autorizzazione.
Eventuali spostamenti per comizi e ricevimenti elettorali, in caso di libertà condizionale, dovrebbero essere autorizzati dal ‘probation officer’. “Questo sarebbe super imbarazzante per qualcuno impegnato in una campagna elettorale”, ha spiegato Matthew Galluzzo, ex procuratore newyorkese, riferendosi ai dibattiti del 27 giugno e del 10 settembre, date in cui probabilmente Merchan non avrà ancora reso nota la sentenza.
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(con fonte AdnKronos)
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