Israele a sei mesi dalla guerra a Gaza: un bilancio incerto
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Sei mesi dopo l’inizio della guerra a Gaza, Israele si trova ad affrontare crescenti pressioni nazionali e internazionali, con obiettivi non ancora raggiunti e un futuro incerto
Sei mesi dopo l’inizio della guerra a Gaza, la strategia israeliana per porre fine al conflitto appare poco efficace, con risultati deludenti e crescenti pressioni nazionali e internazionali che mettono a dura prova il governo di Netanyahu.
L’analisi di Ivana Kottasova per la CNN traccia un quadro critico della situazione attuale. Israele ha lanciato la guerra dopo i mortali attacchi terroristici del 7 ottobre, con l’obiettivo dichiarato di eliminare Hamas e riportare a Gaza gli ostaggi presi dai militanti. Tuttavia, a sei mesi di distanza, nessuno dei due obiettivi è stato raggiunto.
Le Forze di Difesa Israeliane affermano di aver ucciso migliaia di combattenti di Hamas, ma i principali dirigenti del gruppo a Gaza continuano a sfuggire e i leader politici di Hamas si trovano all’estero. Anche se sono stati liberati più di 100 ostaggi, circa 130 rimangono ancora a Gaza.
Nel frattempo, il bilancio umanitario della guerra è orrendo, con oltre 33.000 morti, migliaia di bambini uccisi, e più di un milione di persone sull’orlo della fame.
Netanyahu si rifiuta di cambiare rotta nonostante le pressioni nazionali e internazionali. Anche dopo le richieste del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di consentire maggiori aiuti a Gaza, Netanyahu ha respinto le proposte di cessate il fuoco umanitario e non ha mostrato alcun ripensamento sul suo piano per invadere Rafah.
Gli esperti ritengono che l’obiettivo di eliminare Hamas sia irraggiungibile, dato che l’organizzazione terroristica è popolare a livello nazionale e controlla tutti gli organi governativi a Gaza.
Israele si trova quindi in una situazione politicamente divisiva, con pressioni interne per porre fine al conflitto e una crescente sfiducia da parte degli alleati internazionali.
Molti esperti ritengono che Israele debba considerare piani alternativi per il futuro di Gaza, ma Netanyahu continua a respingere tali proposte, danneggiando ulteriormente le relazioni con gli alleati internazionali.
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(con fonte AdnKronos)
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