
Almeno 56 morti in Sudan, l’Onu condanna gli scontri
Il bilancio degli scontri tra le forze armate e le Forze di supporto rapido (Rsf) sta continuando ad aumentare in Sudan. Secondo il Comitato centrale dei medici sudanesi, almeno 56 persone sono state uccise e circa 600 sono state ferite. A Khartoum, la capitale, ci sono stati 25 morti e 302 feriti, tra cui civili e militari.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato fermamente la situazione e ha invitato i leader delle Forze di supporto rapido e delle Forze armate sudanesi a cessare immediatamente le ostilità e ripristinare la calma. Guterres ha anche invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite nella regione a sostenere gli sforzi per ristabilire l’ordine e tornare sulla via della transizione in Sudan.
Guterres ha parlato con il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi e il presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat per discutere su come ridurre l’escalation della situazione. Ha anche parlato con il comandante della Rsf Mohamed Hamdan Dagalo e continuerà i suoi sforzi, compreso parlare con il comandante delle forze armate sudanesi Abdel Fattah al-Burhan, il prima possibile.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto su Twitter che questi scontri in Sudan stanno minacciando la vita dei civili e la democrazia e ha invitato i leader militari sudanesi ad interrompere le ostilità e riprendere il dialogo politico, soprattutto alla vigilia della riunione G7 in Giappone in cui ha chiesto di dare priorità all’Africa.
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(con fonte AdnKronos)
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