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“Siamo riusciti a raccogliere oltre sette tonnellate di capsule di caffè Nespresso in alluminio, un numero di cui siamo veramente orgogliosi se pensiamo alle piccole dimensioni di questo prodotto”. Sono le parole di Silvia Totaro, Sustainability&Safety Health Environmental Manager di Nespresso Italiana, nel giorno del sesto anniversario del primo progetto di Nespresso per il recupero e il riciclo delle capsule in alluminio attraverso la raccolta differenziata multimateriale del sistema collettivo nazionale.

“Abbiamo deciso di dare vita a questo progetto per rendere possibile e sempre più agevole e capillare la raccolta delle capsule esauste in alluminio lungo il territorio italiano”, spiega. Un progetto nato nel 2017 insieme a Cial, Consorzio Nazionale degli imballaggi in alluminio e Seruso società partecipata da Silea, l’azienda pubblica che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti nell’intera provincia di Lecco ed in altri comuni delle province di Como e Bergamo. L’iniziativa “consente ai cittadini di conferire le capsule esauste direttamente all’interno della raccolta differenziata multimateriale presso circa 150 comuni nelle province di Lecco, Lodi, Monza Brianza e Milano – fa sapere Totaro – Attualmente riusciamo a coprire circa un milione di cittadini con questo sistema, un numero veramente importante”.

Ma Nespresso non si ferma qui. “Dal 2011 siamo attivi con un sistema dedicato di raccolta delle capsule che si chiama ‘da Chicco a Chicco’ che consente di trasformare un chicco di caffè in un chicco di riso – racconta Silvia Totaro – Tutto parte anche grazie a quello che fanno i nostri clienti e le nostre clienti, ovvero riportare le capsule esauste presso le nostre boutique Nespresso o presso le isole ecologiche convenzionate sul territorio italiano per un totale di oltre 1500 punti di raccolta. Queste capsule vengono poi raccolte dal gestore locale del Comune dove avviene la raccolta e vengono trattate presso un apposito impianto che consente di separare le due principali componenti della capsula: da una parte il caffè e dall’altra parte l’alluminio – continua – Quest’ultimo viene destinato alle fonderie e viene trasformato poi in nuovi oggetti. Il caffè, invece, viene trasformato in compost che viene utilizzato in una risaia in provincia di Novara e il riso che viene ottenuto, anche grazie a questo fertilizzante naturale, viene riacquistato da Nespresso e donato ai Banchi Alimentari della Lombardia e del Lazio e, dall’anno scorso, anche del Piemonte”.

Grazie a questi due progetti, in 12 anni Nespresso è riuscita a raccogliere “oltre 8000 tonnellate di capsule di caffè esausto che vogliono dire circa 450 tonnellate di alluminio recuperato e 5000 tonnellate di caffè”.

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(AdnKronos)


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