Rave party, da 3 a 6 anni per chi li organizza: ecco le norme previste
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Il Cdm ha dato il via libera alle norme che prevedono la stretta sui rave party. “Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000” è quanto prevede la nuova norma anti-rave disegnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e introdotta dal governo Meloni.
La norma introduce una nuova fattispecie di reato, l’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica, che, si legge nel primo comma del nuovo articolo 434 bis del codice penale, “consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.
Il Consiglio dei ministri, raccontano, si sarebbe concentrato soprattutto sui provvedimenti riguardo la giustizia. A cominciare dal dl sui rave party. In particolare, ci sarebbe stato un confronto politico sulla possibilità di utilizzare le intercettazioni per limitare i raduni illegali. Raccontano che il vicepremier Antonio Tajani abbia sollevato il problema intercettazioni, appunto, manifestando delle forti perplessità. Dobbiamo stare attenti, l’utilizzo di questo strumento va contenuto e circoscritto ai reati di mafia, sarebbe stato il ragionamento del ministro degli Esteri, che avrebbe proposto di evitarne il ricorso per arginare il fenomeno dei rave party. I dubbi di Tajani, riferiscono alcuni presenti, sarebbero stati accolti, anche dal premier Giorgia Meloni.
LE PAROLE DEL MINISTRO PIANTEDOSI
“Abbiamo previsto una sanzione abbastanza significativa per chi organizza e commette (i rave party, ndr), da 3 a 6 anni, la sola partecipazione riduce ovviamente la pena”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi in relazione al decreto sui rave party.
“Abbiamo strutturato questo intervento normativo che prevede la fattispecie specifica delle invasioni di terreni ed edifici finalizzati a raduni di oltre 50 persone da cui possono derivare pericoli per l’incolumità pubblica, l’ordine pubblico o la sanità pubblica”, ha spiegato Piantedosi.
“Ci siamo mossi e ci stavamo già lavorando – ha aggiunto in relazione al decreto sui rave party -, i requisiti di necessità e urgenza li ravvisavamo nel fatto che probabilmente l’assenza di una disciplina normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come la cronaca degli ultimi anni testimonia. Peraltro si tratta di eventi particolarmente pericolosi non solo per le stesse persone che li commettono ma sono anche molto dispendiosi anche per l’impiego delle forze dell’ordine che ne consegue”.
“Confidiamo molto sull’efficacia di deterrenza della sanzione accessoria della confisca obbligatoria prevista in questi casi dei mezzi che vengono utilizzati per organizzare l’evento. Confidiamo, come avviene in altri Paesi e in altri settori, che la norma una volta introdotta possa essere un deterrente per l’accadimento di questi eventi”, ha sottolineato ancora il ministro.
“Sono molto contenta del segnale più chiaro che diamo” contro i rave illegali. ”Voglio ringraziare il ministro Piantedosi per la sua celerità e per aver dato un segnale di uno Stato che non ha voluto mostrarsi inerte e miope di fronte all’illegalità e vuole rispondere immediatamente”, le parole della premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa.
”Con la norma sui rave – ha continuato – ci aspettiamo di non essere diversi da altre Nazioni d’Europa. Quando ci fu il famoso rave di Viterbo, mi colpì che migliaia di persone arrivate in Italia a devastare, provenivano a tutta Europa, perché l’impressione che in questi anni ha dato l’Italia è stata di lassismo sul rispetto delle regole. Ora l’Italia non è più la Nazione in cui si può venire a delinquere, ci sono le norme e vengono fatte rispettare. Vedremo se con l’applicazione della norma accadrà ancora o se si dovrà migliorare. Questo però può essere un deterrente per proibire di venire qui a devastare”.
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(AdnKronos)
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