Tifone Nanmadol, “ha perso intensità, resta rischio inondazioni”
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Il tifone Nanmadol “è già nella sua fase decadente” ma sono possibili “danni ingenti ancora nelle prossime ore o domani non tanto per la sua intensità, che va a ridursi, quanto per il fatto che si stanno accumulando grosse quantità di pioggia sul territorio”. Così Enrico Scoccimarro, ricercatore della Fondazione Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, fa il punto con l’Adnkronos sull’evoluzione del ciclone che ha colpito il Giappone.
Il ricercatore ricorda che uragani e tifoni sono la stessa cosa dal punto di vista fisico ma assumono il nome di tifoni nel Pacifico occidentale e di uragani nell’Atlantico quando i venti della tempesta raggiungono una velocità superiore ai 33 metri al secondo.
“Nanmadol è il tipico tifone del Pacifico nord-occidentale e si sta muovendo verso la ‘transizione extra-tropicale’, ovvero lo spostamento verso le latitudini più alte con associata variazione nella tipologia di struttura del ciclone – spiega – Il tifone ha colpito la parte sud del Giappone: l’intensità massima raggiunta mentre si trovava sull’oceano era di categoria 4 (in una scala da 1 a 5). Durante il percorso ha perso energia, ma questo percorso che sta facendo parallelo all’isola fa sì che costantemente e per lungo tempo vaste superfici siano colpite da grandi quantità di pioggia. Quindi la pioggia acculata sui singoli Paesi del Giappone sta raggiungendo numeri decisamente alti con relative inondazioni”.
“Le inondazioni per cicloni tropicali sono infatti una delle principali cause di danni economici e vittime associati a questi fenomeni, più del vento in sé anche perché si tratta di un effetto che non si esaurisce con l’esaurirsi della tempesta come avviene per i venti. Così il rischio di inondazioni si protrae per giorni per gli accumuli di acqua nei bacini dei fiumi”, continua l’esperto.
“Adesso, oltre a calare di intensità, Nanmadol è già a livello di tempesta e non è più classificato come tifone, è nella sua fase decadente: dopo essere passato sulle coste giapponesi tornerà verso nordest in oceano e perderà ulteriormente la sua intensità”, osserva.
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(AdnKronos)
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