Elezioni, Guzzetta: “Senza riforma costituzionale organica, non c’è legge elettorale che funzioni”
Il balletto delle alleanze di cui gli italiani sono spettatori in questi giorni sollecita alcune riflessioni: la prima legata alla idoneità dell’attuale legge elettorale, rispetto alla successiva governabilità del Paese; la seconda riguarda l’adeguatezza del nostro sistema costituzionale. Secondo il costituzionalista Giovanni Guzzetta, professore di Diritto pubblico dell’università di Roma Tor Vergata, “senza riforma costituzionale organica, non c’è legge elettorale che funzioni”.
“In materia di legge elettorale è necessaria una premessa: l’esperienza italiana che, malgrado si dica il contrario, non ha mai avuto un sistema uninominale puro in epoca repubblicana, dimostra che la legge elettorale non è sufficiente per riformare il sistema politico, perché dopo le elezioni i partiti eludono qualsiasi indicazione sia venuta dagli elettori e costituiscono i gruppi parlamentari indipendentemente dalla legge elettorale accettando ogni tipo di alleanza, anche la più lontana dagli impegni assunti in sede elettorale – spiega il costituzionalista all’Adnkronos – Il problema è dunque fare una riforma che affronti in modo diretto il tema della ingovernabilità e della instabilità, che è conseguenza del trasformismo parlamentare e della cultura delle ‘mani libere’, per cui ciascun partito non ha nessun ritegno a fare tutte le alleanze possibili durante la legislatura facendo e disfacendo i governi”.
“Mi pare che anche Carlo Nordio oggi proponga un’Assemblea costituente e che quindi creda anche lui in una riforma organica della Costituzione – osserva Guzzetta – La verità è che per quanto riguarda la forma di governo e dunque il problema della governabilità la nostra Costituzione non è mai stata riformata e anzi è stata interpretata nel modo più lontano dalla volontà dei costituenti a cominciare dall’abuso dei decreti legge, che sono l’escamotage per arginare gli effetti della ingovernabilità. Anche la riforma del numero dei parlamentari – prosegue – è una riforma assolutamente parziale e insufficiente. E quindi, tornando alla questione iniziale, non esiste una legge elettorale che da sola possa risolvere i problemi atavici dell’ingovernabilità ed instabilità del Paese”.
In questo quadro, compito dell’Assemblea costituente sarebbe quello di “scegliere una forma di governo più efficiente della attuale. Le strade sono quelle che esistono negli altri paesi: o andare verso una radicale riforma del sistema parlamentare in senso più rigido dell’attuale; o verso un sistema di tipo presidenziale alla francese. C’è tuttavia un problema – conclude Guzzetta – una riforma seria della Costituzione taglierebbe le unghie al potere di veto di cui godono tutti i partiti, e quindi ne ridurrebbe il peso”.
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(Roberta Lanzara – AdnKronos)
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