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E’ rientrato ieri dalla Spagna all’aeroporto di Roma Fiumicino il latitante di ‘ndrangheta Giuseppe Romeo, 35 anni, scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip) della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Il pericoloso criminale di San Luca (Rc) era stato arrestato a Barcellona l’11 marzo scorso, sulla base di un mandato di arresto europeo, dall’Equipo Operativo della Guardia Civil spagnola, nell’ambito di un’operazione di polizia resa possibile dalla cooperazione fornita dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri.

La cattura e il rientro in Italia del latitante rappresenta un importante risultato del progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) contro la ‘ndrangheta, promosso dall’Italia insieme ad Interpol, che coinvolge Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e le forze di polizia di altri 10 Paesi del mondo (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Svizzera, Uruguay, USA).

Romeo, conosciuto con i soprannomi “u pacciu”, “maluferru” o “u nanu”, figlio di Antonio detto “centocapelli”, aveva il ruolo di promotore, organizzatore e finanziatore dei traffici di cocaina in Europa e, stabilita la propria dimora in Germania, faceva spola fra la Calabria, la Lombardia e l’Europa nord-occidentale per stringere accordi con i fornitori e con alcuni intermediari in Belgio, Olanda e Germania.

Colpito da due ordinanze di custodia cautelare in carcere, Romeo è destinatario di un decreto di sequestro preventivo nell’ambito dell’inchiesta “European ‘Ndrangheta Connection” e nel novembre 2020 è stato condannato dal gup di Reggio Calabria a 20 anni di reclusione per la partecipazione, con ruolo di rilievo, a un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, detenzione di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed auto-riciclaggio.

E’ stato inoltre condannato in primo grado anche per aver intestato fittiziamente le proprie quote del bar-gelateria “Cafè La Piazza” di Bruggen in Germania, sequestrato nel corso della medesima operazione “European ‘Ndrangheta Connection”, ad altri soggetti imputati nella stessa inchiesta, e per auto-riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nel suindicato esercizio commerciale tedesco.

Il rientro in Italia di Romeo è frutto di un’intensa collaborazione tra le forze di polizia italiane e spagnole, favorita dall’attività di cooperazione internazionale del Progetto I Can. Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e dello Sco, coordinati dal Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo e dai Sostituti Procuratori Simona Ferraiuolo e Alessandro Moffa, hanno fornito ai colleghi spagnoli elementi importanti sulla sua presenza nella penisola iberica, dopo che era riuscito a sottrarsi all’esecuzione della citata operazione internazionale “European ‘Ndrangheta Connection” eseguita il 5 dicembre 2018 da una Squadra Investigativa composta da diverse Forze di Polizia italiane – Polizia di Stato e Guardia di Finanza ed europee (Bka tedesco, Fiod olandese e Polizia Belga), con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, della Procura di Duisburg, dell’autorità Giudiziaria Olandese, di Eurojust e di Europol.

(AdnKronos)

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