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(Adnkronos)

L’energia del futuro? Le stelle. E tra 10 anni, se avremo lavorato bene, parleremo di questo, altro che batterie. E se l’idrogeno verde “è la regina delle soluzioni”, la strada per raggiungere questo obiettivo non può che fare i conti con le condizioni attuali. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è anche, in qualche modo, il ministro della transizione energetica, e la sogna futuristica (ma mica tanto).


La vera fonte energetica universale saranno le stelle. L’universo funziona con la fusione nucleare, non con la fissione. Quella è la ‘rinnovabile delle rinnovabili’. Abbiamo il dovere di potenziare il ruolo dell’Italia nei progetti internazionali perché è un treno che non dobbiamo perdere. Fra 10 anni, se avremo lavorato bene, avremo idrogeno verde, avremo superato le batterie che hanno un problema di dismissione, e staremo investendo nella fusione nucleare che sta muovendo ora i primi passi nei laboratori. Questa è la transizione che io ho in testa”, dice Cingolani, riferendo alle Commissioni congiunte Industria/Attività produttive e Ambiente della Camera e del Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ed è la prima volta che il ministero dell’Ambiente, dalla sua istituzione, riferisce alle Commissioni congiunte dell’ambiente e dell’industria dei due rami del Parlamento, “segno del riconoscimento, forse tardivo, da parte dell’ordinamento della Repubblica della connessione intima tra ambiente, energia e sviluppo”, fa notare Cingolani.

Idrogeno, obiettivi chiari ma la strada per raggiungerli dipende dalle condizioni attuali


Insomma, una visione energetica che se punta all’idrogeno verde, guarda anche oltre. E a proposito di idrogeno, la Strategia nazionale vedrà la versione definitiva, dice Cingolani, “nelle prime settimane di aprile 2021”. Idrogeno su cui il ministro del neonato dicastero della Transizione ecologica ha qualcosa da dire. “E’ evidente che non possiamo non considerare l’idrogeno verde come la ‘soluzione regina’ ma dobbiamo gestire bene il tempo della transizione. In questo momento distrarremmo molta energia rinnovabile per produrre idrogeno verde e dovremmo rimpiazzarla, non è chiaro come perché non abbiamo impianti, ottenendo un carburante molto costoso che ancora non ha storage e ha ancora una domanda tutto sommato ridotta. Questa però è la fotografia istantanea, e le cose si muovono molto rapidamente”. E, sottolinea Cingolani, “non dobbiamo litigare sulla fotografia istantanea”.

“Abbiamo un decennio per predisporre la nostra società a essere competitiva da questo punto di vista – aggiunge il ministro – Dobbiamo assolutamente iniziare a lanciare i nostri programmi di green hydrogen, e creare quel sistema che attorno a questo vettore energetico ci consente di operare al meglio. Dobbiamo avere la capacità di pensare a un mix di vettori energetici che è rapidamente variabile. Mi è chiarissimo dove dobbiamo arrivare, ma il percorso per arrivarci dipende dalle condizioni che abbiamo ora, a partire dal Covid, dalle rinnovabili che abbiamo, dalla capacità di utilizzo” e “forse serviranno delle variazioni di percorso”.

Sussidi ambientalmente dannosi, “Non possiamo bastonare le categorie colpite dalla crisi”

Non fa discorsi ideologici, il ministro Cingolani, ma i conti con la realtà delle condizioni attuali in cui si trova l’Italia. Lo ripete più volte, anche parlando di un tema caldo come quello dei sussidi ambientalmente dannosi. “Non dovendo difendere una parte politica, ci rifletto in maniera laica. Ovvio che è un controsenso incentivare qualcosa che va contro le nostre idee di decarbonizzazione, sulla carta è così, ma siamo in piena crisi e dobbiamo essere sostenibili anche nelle decisioni e identificare una strada progressiva e sostenibile che ci consenta da un lato di dare il segnale che abbiamo le idee chiare, dall’altra non possiamo nemmeno bastonare le categorie in sofferenza”.

“La sostenibilità è anche sociale e lavorativa e abbiamo la responsabilità di far passare questo messaggio. La strada di ridurre questi sussidi casomai trasformandone una parte in incentivi che favoriscano pratiche verdi è percorribile. Non ho la ricetta, il mio ruolo in questa fase è di raccogliere le idee e fare una sintesi. Farò del mio meglio per essere sostenibile”, conclude Cingolani.

(di Stefania Marignetti)

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