Unesco, 75 milioni di euro per i siti d’interesse naturalistico
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Settantacinque milioni di euro per il triennio 2021-2023 per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei siti Unesco d’interesse naturalistico e nei parchi nazionali. Li prevede un nuovo programma di interventi del ministero dell’Ambiente. Destinatari del fondo i Comuni, sentiti gli enti gestori dei siti ed elementi Unesco e le autorità di salvaguardia di competenza e, quindi, gli enti parco in caso di patrimonio culturale immateriale.
Oltre che all’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni, anche attraverso azioni a sostegno della gestione forestale sostenibile, le risorse sono destinate agli interventi per l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico degli enti locali che rientrano nei territori Unesco, per la realizzazione di impianti di piccola dimensione di produzione di energia da fonti rinnovabili e di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile e di mezzi e strutture per il monitoraggio, il controllo e il contrasto dell’inquinamento. Nel corso del mese di febbraio verrà predisposto il bando al quale i comuni aventi diritto potranno fare riferimento e preparare i progetti.
Nel dettaglio, 15 milioni di euro sono destinati all’esercizio finanziario 2021 quale quota di anticipo, 37 milioni e mezzo all’esercizio finanziario 2022 come avanzamento lavori e 22 milioni e mezzo per il 2023 in qualità di quota a saldo.
“Dopo i programmi ‘Parchi per il clima’ e ‘Aree marine protette per il clima’ – dichiara il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – con i quali abbiamo destinato oltre cento milioni di euro per progetti improntati alla sostenibilità nei parchi nazionali e nelle aree marine protette, abbiamo voluto assegnare settantacinque milioni di euro ai siti Unesco d’interesse naturalistico, come le Dolomiti, le isole Eolie, il Delta del Po”.
“Puntare sulla riduzione delle emissioni, la gestione forestale sostenibile, la mobilità green anche in questi scrigni naturalistici significa valorizzare ancora di più i territori e chi ci vive e lavora. Un altro tassello significativo insieme alla recente istituzione dei caschi verdi per l’ambiente, una task force di esperti qualificati già al lavoro nelle aree protette e nei territori italiani riconosciuti in ambito internazionale”, conclude Costa.
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