Mali in crisi, il gruppo jihadista Jnim blocca i rifornimenti e paralizza Bamako
L’assedio economico imposto dal gruppo jihadista Jnim getta il Mali nel caos, con il prezzo del carburante alle stelle e scuole chiuse
Mali in crisi, ormai fuori controllo. Alcune aree della capitale Bamako sono paralizzate da settimane a causa dell’assedio economico imposto dal gruppo jihadista Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimin (Jnim), affiliato ad al-Qaeda. L’organizzazione ha bloccato le principali rotte di approvvigionamento dei camion cisterna, con l’obiettivo di piegare la giunta militare al potere dal 2021 privando il Paese di carburante.
Prezzi del carburante alle stelle e città in ginocchio
Secondo Al Jazeera, il prezzo della benzina è aumentato del 500%, passando da 25 a oltre 130 dollari al litro. Davanti ai pochi distributori ancora attivi si formano lunghe file, mentre il Jnim – attivo nel Mali centrale e settentrionale – ha rivendicato il blocco come risposta alla decisione del governo di vietare la vendita di carburante nelle aree rurali. Da allora, i miliziani hanno incendiato camion e interrotto i collegamenti con la Costa d’Avorio e il Senegal, da cui dipendono gran parte delle importazioni.
Mali in crisi: scuole chiuse e voli sospesi
Le conseguenze della crisi Mali sono drammatiche. Il ministro dell’Istruzione Amadou Sy Savane ha annunciato la chiusura di scuole e università fino al 10 novembre. La mancanza di carburante compromette anche le operazioni delle forze armate, impegnate nella scorta dei convogli e nella difesa delle infrastrutture critiche. Diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli da e per Bamako.
La giunta militare perde consenso
La crisi del carburante, definita da Le Monde una vera “guerra economica”, sta erodendo ulteriormente la legittimità della giunta militare, già in difficoltà per la crescita degli attacchi jihadisti. Oltre al Jnim, operano nel Paese cellule legate allo Stato Islamico, rendendo sempre più difficile il controllo del territorio.
Stati Uniti e Regno Unito evacuano il personale
Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno ritirato il personale non essenziale dalle ambasciate a Bamako. Washington ha invitato i cittadini americani a lasciare immediatamente il Mali, mentre anche la Farnesina ha sconsigliato viaggi nel Paese.
Tensione in crescita nel Sahel
La crisi Mali rischia di contagiare l’intero Sahel. In Niger, dove si sono recati i ministri italiani Antonio Tajani e Matteo Piantedosi, è stato confermato il rapimento di un cittadino americano. Le autorità locali sospettano il Jnim, ma non escludono bande criminali.
In Guinea-Bissau, intanto, l’esercito ha sventato un tentativo di colpo di Stato, mentre il Jnim ha rivendicato il suo primo attacco in Nigeria, segnale che la minaccia jihadista si sta rapidamente estendendo a tutta l’Africa occidentale.
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(con fonte AdnKronos) Mali in crisi
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