
Strage a Gaza City: almeno 21 civili uccisi in un attacco israeliano al porto
-
Meloni-Onu: “Russia e Israele oltre il limite, servono regole nuove”
-
Roma, arrestato trentenne: 70 kg di droga nascosti in auto “caveau” VIDEO
-
Tromba d’aria spiaggia di Maccarese: ombrelloni in volo, panico tra i bagnanti VIDEO
-
Cima Falkner si sgretola, vietati sentieri e vie alpinistiche nel Brenta VIDEO
Raid sulle aree non evacuate della città. Colpita anche una scuola. L’ONU denuncia: “Civili stipati in zone sovraffollate e senza assistenza”
Almeno 21 palestinesi, per lo più donne e bambini, sono morti e altri 30 sono rimasti feriti in un attacco israeliano al porto di Gaza City. Lo riferisce Haaretz, citando il ministero della Salute di Gaza. L’area colpita, secondo fonti palestinesi, non era soggetta ad alcun ordine di evacuazione da parte delle autorità israeliane.
Durante la giornata, decine di raid aerei israeliani hanno investito vari quartieri densamente popolati della Striscia, tra cui Shujaiya, Tuffah e Zeitoun. Secondo la BBC, centinaia di famiglie palestinesi sono state costrette a fuggire. Le squadre di soccorso hanno recuperato i corpi di almeno cinque persone, mentre decine di feriti sono stati trasportati all’ospedale Al-Ahli.
Uno degli attacchi ha centrato una scuola nel quartiere Zeitoun, che ospitava famiglie sfollate. Le cinque vittime accertate sono state colpite nel campo di Al Shati, a ovest di Gaza City. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) avevano ordinato l’evacuazione di vaste aree della parte settentrionale della Striscia, ma molti civili si sono rifugiati comunque a Gaza City, anziché spostarsi verso sud, come richiesto.
L’allarme delle Nazioni Unite
L’ONU ha duramente criticato i nuovi ordini di evacuazione emessi da Israele, che costringono decine di migliaia di persone a rifugiarsi in aree sempre più ristrette, prive di risorse essenziali. “Circa 150mila persone sono state coinvolte dal solo ordine di evacuazione di domenica”, ha affermato il portavoce dell’ONU Stephane Dujarric. “Si tratta di civili che già vivono in rifugi di fortuna, spinti in zone senza ripari, acqua, fognature o assistenza sanitaria”.
Netanyahu atteso alla Casa Bianca
In questo contesto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è atteso lunedì prossimo a Washington per un incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo quanto riferito da fonti israeliane al Times of Israel. Sarebbe il terzo incontro bilaterale dalla rielezione di Trump nel gennaio 2025, ma dalla Casa Bianca non è ancora giunta una conferma ufficiale.
Verso un possibile cessate il fuoco?
Intanto, secondo quanto riferito dal giornalista israeliano Barak Ravid su X, Israele si dichiara disposto a rivedere alcune clausole della proposta di accordo per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas, pur senza accettare l’impegno preventivo alla fine del conflitto.
“La richiesta di Hamas di un impegno formale per porre fine alla guerra è il principale nodo del negoziato”, spiega una fonte israeliana anonima. “Non ci sarà una garanzia che la guerra finisca, ma siamo pronti a essere flessibili su altri aspetti dell’intesa”.
Secondo quanto trapela, allo stato attuale non vi sarebbero segnali concreti che Hamas sia disposta ad accettare un cessate il fuoco di 60 giorni senza certezze sul termine definitivo delle ostilità.
LE ULTIME NOTIZIE
(con fonte AdnKronos)
-
In Evidenza24 ore ago
Le Figaro-Meloni: “Tre anni di governo senza errori e ambizione per dieci anni”
-
Meteo23 ore ago
Freddo settembre 2025: neve e temperature sotto media in tutta Italia
-
In Evidenza20 ore ago
Ambasciatore israeliano Peled: Global Sumud Flotilla è provocazione politica
-
Flash20 ore ago
Omicidio stradale Fiumicino: indagini anche per possibile femminicidio