Trump e Netanyahu tracciano il futuro del Medio Oriente, tensioni Aiea-Iran
Dopo i raid Usa, piano per Gaza e rilancio degli Accordi di Abramo. Teheran sospende la cooperazione con l’Aiea
All’indomani dei bombardamenti statunitensi sull’Iran, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente americano Donald Trump hanno avuto un colloquio telefonico cruciale, durante il quale avrebbero delineato una strategia condivisa per il Medio Oriente. Lo riferisce il quotidiano israeliano Israel Hayom, citando una fonte informata sulla conversazione, alla quale avrebbero partecipato anche il segretario di Stato Marco Rubio e il ministro israeliano Ron Dermer.
Secondo il quotidiano, l’intesa prevede la fine delle ostilità a Gaza entro due settimane. Il piano, definito “euforico” per i risultati ottenuti con i raid, includerebbe la gestione dell’enclave da parte di quattro Stati arabi, tra cui Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Previsti il rilascio degli ostaggi e l’esilio della leadership di Hamas. Una parte della popolazione gazawi potrebbe essere trasferita in Paesi terzi non ancora identificati.
Contestualmente, si lavorerebbe a un rilancio degli Accordi di Abramo, con Arabia Saudita e Siria pronte a stabilire relazioni diplomatiche con Israele, seguite da altri Paesi musulmani. Israele avrebbe espresso apertura verso una soluzione a due Stati, subordinata però a riforme significative da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese. L’accordo comprenderebbe anche il riconoscimento ufficiale da parte di Washington della sovranità israeliana su alcune aree della Cisgiordania.
La Casa Bianca ha confermato che Netanyahu ha espresso interesse per un incontro con Trump. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato che il presidente è “molto aperto all’idea”, pur precisando che non è ancora stata fissata una data.
Intanto, l’Iran alza i toni. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha accusato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di non aver condannato gli attacchi ai siti nucleari iraniani e ha annunciato l’interruzione della cooperazione con l’organismo, in base a una legge recentemente approvata. “I danni agli impianti sono gravi. L’Aiea ha favorito la risoluzione che ha anticipato l’aggressione israeliana”, ha affermato.
Da Washington, Trump ha smentito che l’Iran abbia rimosso materiale sensibile dal sito di Fordow, colpito nei raid. “Erano a poche settimane dal costruire un’arma nucleare. L’azione del presidente ha cancellato questa minaccia”, ha ribadito la portavoce Leavitt.
Sul fronte interno iraniano, la Guida suprema Ali Khamenei ha definito gli sviluppi recenti una “vittoria sulla guerra americana”, accusando gli Stati Uniti di aver agito per evitare il crollo di Israele. “Non hanno ottenuto nulla, e anche stavolta l’Iran ha vinto”, ha dichiarato nel suo terzo discorso televisivo dall’inizio della crisi.
Netanyahu ha parlato invece di “una grande vittoria contro l’Iran”, affermando che ora si apre “una straordinaria finestra diplomatica” per ampliare gli accordi di pace nella regione.
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(con fonte AdnKronos)
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