
Ucraina, un milione di vittime russe entro l’estate: il bilancio choc del Csis
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Il think tank Usa stima oltre 250mila soldati russi uccisi. Le perdite complessive superano tutti i conflitti affrontati da Mosca dal 1945
Secondo un rapporto del Center for Strategic and International Studies (Csis) di Washington, sarebbero oltre 250.000 i soldati russi morti in battaglia in Ucraina dal 24 febbraio 2022, data di inizio dell’invasione. Entro l’estate, il totale delle vittime russe – considerando anche i feriti – potrebbe raggiungere il milione.
Il think tank statunitense definisce questa cifra un “traguardo impressionante e raccapricciante“, evidenziando il disprezzo di Vladimir Putin per la vita dei suoi soldati. Il rapporto segnala che le perdite russe nella guerra in Ucraina superano di cinque volte quelle registrate complessivamente nelle guerre condotte da Mosca e dall’Unione Sovietica tra il 1945 e il 2022.
Vittime e mezzi: perdite superiori a ogni altro conflitto russo
Le cifre del Csis evidenziano una sproporzione impressionante rispetto ad altri conflitti: le vittime russe sono 15 volte superiori a quelle della guerra in Afghanistan e 10 volte a quelle della prima e seconda guerra in Cecenia.
Anche sul piano dell’equipaggiamento, la Russia ha subito danni enormi: solo da gennaio 2024, Mosca avrebbe perso:
- 1.149 veicoli corazzati da combattimento
- 3.098 veicoli per la fanteria
- 300 semoventi d’artiglieria
- 1.865 carri armati
Il rapporto indica che le perdite materiali russe sono da 2 a 5 volte superiori rispetto a quelle ucraine.
Avanzata minima per un costo umano e militare altissimo
A fronte di queste perdite, i guadagni territoriali russi sono stati marginali: dal gennaio 2024, Mosca ha conquistato circa 5.000 km², pari a meno dell’1% del territorio ucraino, concentrati nelle oblast di Donetsk, Luhansk e Kharkiv, con un’avanzata media di appena 50 metri al giorno.
Per confronto, nelle prime cinque settimane di guerra la Russia aveva occupato 120.000 km², ma 50.000 di questi sono stati riconquistati dall’Ucraina nella primavera del 2022.
Un bilancio che, secondo il Csis, mostra l’enorme dispendio umano e materiale a fronte di risultati strategici minimi, sollevando interrogativi sempre più pressanti sulla sostenibilità della campagna militare russa.
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(con fonte AdnKronos)