
Governo italiano smentisce accordo con SpaceX, polemiche sul possibile contratto da 1,5 miliardi
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La Presidenza del Consiglio respinge le voci su un accordo con SpaceX per la protezione dei dati crittografati, ma scoppia la polemica politica
La Presidenza del Consiglio ha smentito categoricamente le notizie su un presunto contratto tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’utilizzo del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. In una nota ufficiale, Palazzo Chigi ha precisato che non sono stati firmati accordi e che le discussioni con SpaceX rientrano tra gli ordinari approfondimenti su connessioni sicure per esigenze di comunicazione protetta. Inoltre, la Presidenza ha definito “ridicola” l’affermazione che il tema di SpaceX fosse stato trattato durante un incontro con l’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Tuttavia, la notizia ha scatenato un acceso dibattito politico. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha sollevato forti preoccupazioni sulla sicurezza nazionale, chiedendo trasparenza al Governo. “Si tratta di questioni di massima rilevanza, come la protezione dei dati, la cybersicurezza e la tutela della nostra democrazia”, ha scritto sui social, criticando l’eventuale accordo con Elon Musk e l’utilizzo di fondi pubblici.
Il Partito Democratico, rappresentato dai presidenti dei gruppi parlamentari Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti, ha espresso preoccupazione per un possibile contratto da 1,5 miliardi di euro, destinato a servizi di telecomunicazione, inclusi quelli legati alla crittografia delle comunicazioni e applicazioni militari. “Si tratta di risorse pubbliche ingenti, che potrebbero danneggiare le aziende italiane ed europee, senza una strategia chiara”, hanno dichiarato, sollecitando il Governo a chiarire la questione in Parlamento.
La polemica si concentra anche sulla possibile perdita di sovranità digitale, con il rischio che i dati sensibili italiani finiscano sotto il controllo di una società privata. Il Pd ha promesso di battersi per proteggere gli investimenti pubblici e la concorrenza nel settore delle telecomunicazioni, chiedendo che l’Italia non venga “svenduta” a multinazionali straniere.
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(con fonte AdnKronos)
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