
Monsignor Carlo Maria Viganò scomunicato per scisma dal Vaticano
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L’ex nunzio negli Stati Uniti è stato scomunicato per aver rotto la comunione con il Vescovo di Roma e la Chiesa cattolica
Monsignor Carlo Maria Viganò è stato ufficialmente scomunicato dal Vaticano per il reato di scisma. Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha emesso la scomunica latae sententiae per l’ex nunzio negli Stati Uniti, che è stato riconosciuto colpevole di aver interrotto la comunione con il Vescovo di Roma e la Chiesa cattolica.
Il Dicastero ha comunicato che il 4 luglio si è tenuta una riunione per concludere il processo penale extragiudiziale contro Viganò, accusato del delitto riservato di scisma. La sentenza si basa sulle sue dichiarazioni pubbliche in cui rifiuta di riconoscere l’autorità del Sommo Pontefice e la legittimità del Concilio Vaticano II.
Secondo quanto dichiarato dal Dicastero, presieduto dal cardinale Victor Manuel Fernandez, Viganò è stato ritenuto colpevole di scisma e scomunicato latae sententiae in conformità al can. 1364 § 1 del Codice di Diritto Canonico. La rimozione della scomunica può essere effettuata solo dalla Sede Apostolica. Viganò è stato informato della decisione.
Le conseguenze della scomunica sono severe: Viganò non potrà celebrare la messa e altri sacramenti, ricevere i sacramenti, amministrare i sacramentali, partecipare attivamente alle cerimonie di culto liturgico, né esercitare uffici, incarichi, ministeri o funzioni ecclesiastiche. Tuttavia, la scomunica è considerata una pena medicinale, volta a incoraggiare il pentimento e il ritorno alla comunione.
Il 21 giugno scorso, Viganò aveva reso noto il decreto di convocazione a Roma per rispondere alle accuse. Gli era stato concesso fino al 28 giugno per nominare un avvocato difensore o presentare una memoria difensiva. Non avendo fatto né l’uno né l’altro, gli è stato assegnato un difensore d’ufficio che ha agito secondo le norme del diritto canonico. Oggi è stato emesso il verdetto definitivo.
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(con fonte AdnKronos)
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