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‘Varie scienze, un solo obiettivo’. Questo lo slogan e il nome della giornata di confronto e di dibattito sui cambiamenti ambientali, osservati dalle diverse discipline scientifiche all’Università la Sapienza di Roma, che si è tenuta oggi nell’Aula Falcone Borsellino della Facoltà di Giurisprudenza. L’idea del Polo Universitario era di far incontrare rappresentanti dei diversi dipartimenti dell’Ateneo, per confrontarsi scientificamente sui temi relativi alle variazioni ambientali. È la prima volta che una comunità scientifica così grande e prestigiosa si confronta su un tema del genere, interessando contemporaneamente giurisprudenza, economia, ingegneria, psicologia, architettura, archeologia, sociologia e scienze della terra.

Coinvolti nel dibattito Marino Bonaiuto del Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione, Paolo Carafa del Dipartimento di Scienze dell’Antichità e Prorettore per il Patrimonio archeologico, Daniela Esposito Direttrice del Dipartimento di Storia disegno e restauro dell’architettura, Maurizio Franzini Dipartimento di Economia e diritto, Francesco Napolitano Direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale e Prorettore per il monitoraggio e utilizzo aule, Giuseppe Ricotta Dipartimento di Scienze sociali ed economiche e Franco Vallocchia del Dipartimento di Scienze giuridiche. Alla tavola rotonda hanno partecipato anche rappresentanti di Enti di Ricerca.

La giornata è stata incentrata sulle variazioni dei processi naturali e sugli impatti che gli effetti di tali variazioni hanno sulla collettività, gli individui e i loro territori di vita – spiega Franco Vallocchia, vicepreside vicario della Facoltà di Giurisprudenza e fra gli organizzatori dell’evento – Si tratta di un tema ancora poco dibattuto e, per questo, è significativo il fatto che l’Università Sapienza faccia da apripista, quanto agli aspetti di ricerca e didattica che competono al mondo universitario. Alle diverse discipline scientifiche sono costantemente poste nuove questioni e inediti problemi, ma è giunto il momento di assumere consapevolezza della necessità di una comune ridefinizione dei temi di fondo e della condivisione delle conoscenze per mettere a disposizione di tutti gli studiosi, istituzioni e decisori tutti gli elementi utili per rendere più efficace l’insegnamento, la ricerca e le misure di prevenzione al fine di evitare che gli effetti dei cambiamenti naturali siano disastrosi a causa di attività umane”.

L’iniziativa anticipa l’imminente convegno mondiale Inqua 2023 ‘Time for change’, giunto alla sua XXI edizione, in programma a Roma alla Sapienza dal 14 al 20 luglio, dedicato alle ricerche sul Quaternario, il periodo geologico più recente e nel quale ancora oggi viviamo. Per questo il suo studio è essenziale per la comprensione delle attuali dinamiche dei sistemi naturali, correttamente inquadrate in una prospettiva di evoluzione nel tempo. Il Congresso è articolato in oltre 200 sessioni che vedranno coinvolti circa 3000 relatori di 102 paesi, che in 14 sessioni parallele si confronteranno sull’evoluzione del pianeta, della biosfera e dei processi geologici degli ultimi 2,5 milioni di anni. Le conclusioni della giornata di studio odierna, elaborate nella tavola rotonda finale saranno presentate tra tre settimane al congresso mondiale dal presidente, Francesco Latino Chiocci.

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(AdnKronos)


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