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Il 2020 è stato per l’Italia il quinto anno più caldo dal 1961. Sul nostro Paese le temperature medie annuali dal 1985 sono state quasi sempre superiori alla norma, e salgono anche quelle dei mari. A scattare la fotografia del clima in Italia è la sedicesima edizione del rapporto di Ispra “Gli indicatori del clima in Italia”.

Le temperature.

Mentre a scala globale sulla terraferma il 2020 è stato l’anno più caldo della serie storica, con un’anomalia di +1,44 °C rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990, in Italia è stato il quinto anno più caldo dal 1961, registrando un’anomalia media di +1,54°C. A partire dal 1985, le anomalie sono state sempre positive, ad eccezione del 1991 e del 1996. Il 2020 è stato il ventiquattresimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto al valore normale; il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961. Ad eccezione di ottobre, in tutti i mesi del 2020 la temperatura media in Italia è stata superiore alla norma, con un picco di anomalia positiva a febbraio (+2.88°C), seguito da agosto (+2.49°C). La stagione relativamente più calda è stata l’inverno, che con un’anomalia media di +2.36°C, si colloca al secondo posto della serie storica.

Notti e giorni freddi addio, mare sempre più caldo

Gli indici degli estremi di temperatura confermano che le notti e i giorni freddi mostrano una chiara tendenza a diminuire mentre i giorni e le notti calde mostrano una chiara tendenza ad aumentare.

Per quanto riguarda la temperatura superficiale dei mari italiani, il 2020, con un’anomalia media di +0.95°C, si colloca al quarto posto dell’intera serie dal 1961. Negli ultimi 22 anni la temperatura media superficiale del mare è stata sempre superiore alla media; nove degli ultimi dieci anni hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie. Nel 2020 le anomalie sono state positive in tutti i mesi dell’anno, con i valori massimi ad agosto (+1.7°C) e a maggio (+1.4°C).

Tra siccità ed eventi meteo estremi

Il 2020 è stato il 23esimo anno meno piovoso dal 1961. Sull’intero territorio nazionale, i mesi mediamente più secchi sono stati gennaio (-75%) e febbraio (-77%), seguiti da novembre, aprile e maggio, mentre dicembre è stato il mese mediamente più piovoso, con un’anomalia di +109%. Al Nord il mese più piovoso si conferma dicembre, con un picco di anomalia positiva di +182%, seguito da ottobre (+69%) e giugno (+50%); anche al Centro il mese più piovoso si conferma dicembre, con un picco di anomalia positiva di +92%, seguito da giugno (+45%); al Sud e Isole i mesi relativamente più piovosi sono stati settembre (+67%) e luglio (+58%). Novembre è stato il mese più secco al Nord (-85%), gennaio al Centro (-69%) e al Sud e Isole (-78%).

Anche nel 2020 non sono mancati eventi di precipitazione intensa. I valori più elevati di precipitazione giornaliera sono stati registrati in occasione dell’evento alluvionale di inizio ottobre. In un’ampia zona del Piemonte settentrionale, il 2 ottobre sono state registrate precipitazioni cumulate giornaliere comprese fra 400 e 500 mm; nella parte occidentale della Liguria e all’estremo confine meridionale del Piemonte si sono superati localmente i 350 mm di precipitazione.

Indici climatici rappresentativi delle condizioni di siccità: valori elevati del numero di giorni asciutti, superiori a 300 giorni, si registrano in diverse aree del territorio nazionale, con punte di 341 giorni a Pescara e a Capo Carbonara. Il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno ha raggiunto i valori più alti in Sardegna ed in Sicilia (fino a 90 giorni secchi consecutivi) e i valori più bassi sulla dorsale appenninica e su Alpi e Prealpi (fino a 20 giorni).

(AdnKronos)

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