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Con il decollo della campagna vaccinale, gli italiani contano sempre di più sulla scienza per tornare alla vita di sempre, spianando così la strada per la ripresa del Paese. Sono infatti ben 9 su 10 i nostri connazionali che si fidano della scienza (91%) e che ritengono che, proprio grazie ad essa, il 2021 possa essere un anno migliore rispetto al precedente (89%). Stando allo State of Science Index di 3M – la ricerca globale annuale che dal 2018 indaga l’immagine della scienza e che, per la prima volta, è stata estesa a 17 Paesi inclusa anche l’Italia – la pandemia ha inoltre rinnovato l’attenzione sulle discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), specialmente tra le generazioni più giovani.


La maggioranza degli italiani (88%), segnala la ricerca, è concorde sul fatto che più persone dovrebbero perseguire carriere in ambito Stem, ritenendo altresì importante aumentare la diversità e l’inclusione in questo campo (84%). Ciò nonostante, solo la metà degli italiani crede che questo rinnovato interesse nei confronti della scienza continuerà a crescere una volta cessata l’emergenza sanitaria (50%). L’emergenza da Covid-19 ha anche fatto aumentare l’attenzione nei confronti dell’ambiente per tre italiani su quattro (77%). Tra i problemi principali che la scienza dovrebbe risolvere, infatti, le persone indicano come prioritarie il cambiamento climatico (51%), che supera persino la pandemia (46%).

In generale, lo State of Science Index di 3M evidenzia che la scienza è vista come un elemento essenziale per plasmare, rafforzare e migliorare l’Italia, con 9 italiani su 10 che ritengono che gli investimenti nella scienza rendano il Paese più forte (90%). Tuttavia, qualunque sia il problema che la scienza dovrebbe risolvere, le persone la considerano “una responsabilità condivisa sia tra pubblico e privato, che con altri Paesi”. Secondo il 92%, infatti, “gli Stati dovrebbero cooperare” per creare soluzioni basate sulla scienza per affrontare le grandi sfide globali, e ci dovrebbe essere maggiore collaborazione tra il pubblico e il privato per far progredire la scienza.

Marc Routier, “sta diventando sempre più un elemento di unione”

“La scienza sta diventando sempre più un elemento di unione, mentre il mondo testimonia un impegno crescente nella missione comune per costruire un futuro più sicuro, più verde, più forte e più equo” ha commentato Marc Routier, Vicepresidente della South East Europe Region di 3M. “La fiducia nella scienza -ha aggiunto- viene confermata ogni giorno nel vedere il suo impatto concreto nelle nostre vite, dai rimedi contro il Covid-19, al supporto alle cause ambientali, che fanno la differenza”.

Ma lo State of Science Index 2021 ha indagato anche un fronte più inedito mostrando che per l’89% degli italiani la scienza da speranza nel futuro e che, grazie ad essa, il 2021 sarà un anno migliore rispetto al 2020 e che ci sono delle azioni che, più di altre, gli italiani non vedono l’ora di tornare a fare quest’anno, o appena possibile al termine dell’emergenza. Il 69% degli intervistati, infatti, non vede l’ora di essere in grado di dare abbracci e strette di mano alle persone in modo sicuro. Una percentuale che, a livello mondiale, si ferma al 49%, segno della cultura più propensa al contatto fisico del Bel Paese. Inoltre, il 61% dei rispondenti non vede l’ora di non dover indossare più la mascherina, mentre il 51% vorrebbe tornare presto a viaggiare liberamente per incontrare amici e familiari.

E se la quasi totalità degli italiani ha dichiarato di fidarsi della scienza (91%), questa propensione è dimostrata anche dai comportamenti assunti durante la pandemia al fine di prevenire i contagi. Più di altri Paesi, gli italiani si sono dimostrati rispettosi delle norme imposte dalle istituzioni o suggerite dagli esperti visto che il 93% ha indossato la mascherina negli ambienti pubblici (contro l’83% a livello globale), il 90% ha evitare i grandi raduni (contro il 79% a livello globale), l’85 si è lavato frequentemente le mani (contro il 78% a livello globale). Nonostante la fiducia dimostrata nella scienza, solo la metà degli italiani (50%) però crede che questo apprezzamento “continuerà a crescere quando la pandemia sarà terminata”.

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