
Il funerale di Charlie Kirk ridisegna il conservatorismo Usa
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Dalla Cnn al Washington Post, analisi sull’eredità politica del leader di Turning Point Usa Charlie Kirk e sul futuro del movimento Maga
Le imponenti esequie di Charlie Kirk, fondatore del gruppo ultraconservatore cristiano Turning Point Usa, sono diventate secondo la Cnn “un’istantanea del movimento Make America Great Again e delle potenziali direzioni del conservatorismo moderno”. Nello stadio di Glendale si è tenuto “un raro evento Maga che ha coinvolto Donald Trump senza essere incentrato solo su di lui”, segnale di un populismo repubblicano pronto a evolversi anche oltre il tycoon.
L’ascesa del nazionalismo cristiano
Il Washington Post sottolinea come il movimento di destra cristiana sembri destinato a diventare “una parte più ampia, forse dominante, del Partito repubblicano”. Esponenti dell’amministrazione Trump e figure di spicco del Gop hanno abbracciato il mix di politica e cristianesimo di Kirk, un tempo giudicato troppo divisivo da alcuni conservatori. Il popolare podcaster Benny Johnson ha parlato esplicitamente di “dominio culturale e politico della cristianità”, descrivendo un Paese in cui “Dio ha dato il potere ai governanti della nostra nazione e ha salvato il nostro presidente dal proiettile di un assassino”.
Trump e i possibili eredi di Charlie Kirk
Donald Trump ha mantenuto la consueta immagine di leader combattivo. “Charlie era un missionario dall’animo nobile, ma su questo ero in disaccordo con lui: io odio i miei oppositori, non voglio il meglio per loro”, ha dichiarato, in contrasto con il perdono espresso pubblicamente dalla vedova Erika Kirk.
Molto diversi i toni del vicepresidente J.D. Vance e del segretario di Stato Marco Rubio, considerati papabili candidati alla Casa Bianca nel 2028. Entrambi hanno insistito sulla centralità della fede. “Ho parlato di più di Gesù Cristo in queste due settimane di quanto io abbia fatto in tutta la mia vita pubblica”, ha affermato Vance.
Effetti elettorali
Gli analisti guardano già alle elezioni di midterm del prossimo anno, tradizionalmente sfavorevoli al partito del presidente in carica. “La morte di Charlie Kirk potrebbe motivare la base repubblicana, aumentare l’affluenza e aiutare il Gop a contrastare un’ondata negativa”, ha spiegato Nathan Gonzales, editore di Inside Election, al Wall Street Journal. Don Kettl, professore emerito della University of Maryland, parla di “una corsa a organizzare l’elettorato di Kirk, chiaramente più ampio e disponibile di quanto si riconosca”.
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(con fonte AdnKronos)
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