Spagna, Sanchez annuncia nove misure contro Israele
Embargo sulle armi, stop ai porti e divieti di ingresso per chi coinvolto a Gaza
La svolta di Madrid – La Spagna rafforza il proprio sostegno alla causa palestinese. Dopo il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’appoggio alla Global Sumud Flotilla, il premier Pedro Sanchez ha annunciato lunedì 8 settembre dalla Moncloa un pacchetto di nove misure straordinarie per, nelle sue parole, “mettere fine al genocidio a Gaza, perseguire i responsabili e sostenere la popolazione palestinese”.
Le nuove misure – Tra i provvedimenti più rilevanti figura un embargo totale sulla vendita di armi a Israele e il divieto per le navi con carburante destinato alle forze armate israeliane di attraccare nei porti spagnoli. Madrid ha inoltre disposto lo stop al sorvolo del proprio spazio aereo per tutti i velivoli diretti a Israele con materiale bellico a bordo.
Un altro punto riguarda il divieto di ingresso in Spagna per le persone coinvolte “in modo diretto nel genocidio e nei crimini di guerra a Gaza”. Il governo ha inoltre vietato l’importazione di prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani in Cisgiordania e Gaza, riducendo al minimo l’assistenza consolare ai cittadini spagnoli che risiedono in tali aree.
Sostegno ai palestinesi – Sul fronte umanitario, Madrid incrementerà gli aiuti all’Autorità Nazionale Palestinese e all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), con 10 milioni di euro aggiuntivi. L’obiettivo è raggiungere i 150 milioni di euro di aiuti a Gaza entro il 2026. Rafforzata anche la presenza spagnola alla missione europea di Rafah, al confine con l’Egitto.
Le parole di Sanchez – “Proteggere il proprio Paese è una cosa, ma bombardare ospedali e uccidere bambini innocenti affamandoli è un’altra”, ha dichiarato Sanchez, che ha accusato Israele di aver trasformato l’operazione militare lanciata nell’ottobre 2023 in una “nuova ondata di occupazioni illegali e attacchi ingiustificati contro civili”, definiti come genocidio da esperti e rapporteur Onu. Il premier ha esortato la comunità internazionale a non restare “paralizzata tra indifferenza e complicità”.
La reazione di Israele – La risposta di Tel Aviv è stata immediata: Israele ha vietato l’ingresso nel Paese a due ministre di Sumar, la vicepremier Yolanda Diaz e la titolare delle Politiche giovanili Sira Rego. Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha accusato Sanchez di portare avanti una campagna “antisemita” per distogliere l’opinione pubblica dagli scandali di corruzione interna.
Madrid ha replicato con fermezza, respingendo le accuse come “false e diffamatorie” e ribadendo che la Spagna “non si farà intimidire nella difesa della pace, del diritto internazionale e dei diritti umani”.
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(con fonte AdnKronos)
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