Manifesti sul decreto Sicurezza, il Comune di Roma ordina rimozione. Lega: “Censura politica”
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Bufera nella Capitale: il Campidoglio impone il ritiro di affissioni della Lega giudicate discriminatorie. Il partito di Salvini insorge: “È un attacco alla libertà d’espressione”. Il Comune: “Solo applicazione del regolamento”
Il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata dei manifesti affissi dalla Lega sul decreto Sicurezza, giudicati non conformi al regolamento comunale in materia di pubblicità. La decisione ha provocato la dura reazione del partito guidato da Matteo Salvini, che ha annunciato battaglia legale e politica, denunciando una presunta “censura ideologica”.
I manifesti contestati riportavano frasi come “Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse” e “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore”, accompagnate da immagini generate con intelligenza artificiale in cui comparivano, tra gli altri, una persona di etnia rom e una persona di colore. Secondo quanto riportato nella comunicazione del Campidoglio, si tratta di contenuti che violano l’articolo 12-bis del Regolamento comunale n. 141/2020, che vieta pubblicità discriminatorie, sessiste o offensive della dignità personale ed etnica.
La Lega non ci sta. Il segretario regionale del Lazio, Davide Bordoni, ha parlato apertamente di “censura”: “Presenteremo un’interrogazione comunale e abbiamo già dato mandato agli avvocati per valutare un risarcimento danni”. In una nota, il partito attacca duramente l’amministrazione Gualtieri: “Si tratta di un bavaglio ideologico e politico, un vero attentato alla libertà di espressione. Chi ha pagato per quelle affissioni ora viene zittito”.
Anche il sottosegretario al Ministero dell’Interno Nicola Molteni è intervenuto sulla vicenda, definendo “vergognoso” l’intervento del Comune: “È censura vera e propria, dettata dall’imbarazzo della sinistra per le misure di buonsenso introdotte dal decreto Sicurezza. Invece di dare la caccia ai manifesti, il sindaco Gualtieri dovrebbe occuparsi della sicurezza reale dei cittadini”.
Il Campidoglio ha precisato che la richiesta di rimozione è stata adottata “autonomamente dagli uffici competenti” dopo diverse segnalazioni da parte di cittadini. In una nota ufficiale si sottolinea che “non si tratta di censura, ma dell’applicazione delle norme vigenti”. Il Comune ha inoltre ricordato che la Lega può presentare ricorso oppure riprendere la campagna pubblicitaria modificando i contenuti per renderli conformi al regolamento.
Ma la polemica non si placa. Il vicesegretario federale Claudio Durigon ha definito la decisione “un atto grave e antidemocratico”, mentre in una nuova nota la Lega ha annunciato l’avvio di una nuova campagna nazionale: “Diffonderemo altri manifesti in tutta Italia e stiamo producendo magliette dedicate. La sinistra vuole silenziare la realtà, ma noi non ci faremo imbavagliare”.
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(con fonte AdnKronos)
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