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AGGIORNAMENTO – Il boss non partecipa all’udienza del processo che lo vede imputato come mandante delle stragi mafiose del 1992, perché impegnato nella seduta di chemioterapia saltata nel momento della cattura. In primo grado Messina Denaro era stato condannato all’ergastolo. L’udienza prosegue, ma solo per pochi minuti. Perché l’avvocato d’ufficio del boss, Salvatore Baglio, prende la parola per annunciare subito di essere stato delegato dal legale di fiducia di Messina Denaro, l’avvocata Lorenza Guttadauro, nipote del boss, a rappresentarla. E per chiedere la concessione di un termine a difesa rappresentando che la notifica dell’ordinanza cautelare all’imputato e la contestuale nomina dell’avvocato di fiducia è avvenuta solo oggi. Richiesta accolta dalla Presidente della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, Maria Carmela Giannazzo, che rinvia il processo al prossimo 9 marzo. In quella data, con ogni probabilità, Messina Denaro, si potrebbe presentare, sempre in videoconferenza, dal carcere in cui è detenuto.

LA NOTIZIA DELLA PRIMA ORA – Potrebbe apparire questa mattina in videoconferenza il boss mafioso Matteo Messina Denaro arrestato lunedì mattina a Palermo. Riprenderà alle 9.30, davanti alla Corte d’appello di Caltanissetta, l’udienza che vede imputato l’ex latitante, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio. E’ la prima udienza di un processo dopo la cattura del padrino di Castelvetrano. Ieri il procuratore generale Antonino Patti ha confermato all’Adnkronos che “non vi è alcun impedimento” per celebrare il processo e che “è già stata predisposta la videoconferenza”. Il provvedimento sulla celebrazione del processo è stato regolarmente notificato all’imputato. Fino ad ora Matteo Messina Denaro, condannato in primo grado all’ergastolo, è stato giudicato da latitante e tutto il processo si è celebrato in sua assenza.

AUTISTA – Sempre questa mattina verrà interrogato questa mattina, a partire dalle 9.30, nel carcere Pagliarelli di Palermo, Giovanni Luppino, 59 anni, l’autista del boss arrestato con l’ex latitante domani. Luppino è un commerciante di olive di Campobello di Mazara (Trapani), il luogo in cui il latitante si nascondeva e di cui ne aveva fatto residenza nella carta d’identità fasulla che rimandava ad Andrea Bonafede, l’alias che utilizzava per camuffarsi.

E’ stato proprio Luppino ad accompagnare il boss alla clinica Maddalena per la chemioterapia. L’uomo non è parente del boss omonimo, e sarebbe un volto nuovo per gli inquirenti. Mai coinvolto in passato in operazioni antimafia, fino ad oggi, dovrà spiegare al gip Fabio Pilato i suoi rapporti con il boss Messina Denaro. Giovanni Luppino è accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso.

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(AdnKronos)

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