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Terminata la prima missione lunare Artemis-1. L’Agenzia Spaziale Europea (Esa) conferma che il veicolo spaziale Orion della Nasa è ammarato “con successo” nell’Oceano Pacifico alle 17:40 Gmt/18:40 Cet di domenica 11 dicembre, dopo aver viaggiato intorno alla Luna e più lontano di qualsiasi altro veicolo spaziale progettato per trasportare l’essere umano e riportarlo sulla Terra. Il Modulo di Servizio Europeo (European Service Module – Esm) dell’Esa con il Crew Module Adapter si sono separati dalla capsula solo 40 minuti prima dell’ammaraggio, riportando Orion sano e salvo sulla Terra. L’Esa riferisce che, “come previsto, il Modulo di Servizio Europeo è bruciato in atmosfera senza problemi, mentre la capsula per l’equipaggio Orion ha orientato e controllato il suo rientro con i propulsori, dispiegando i tre paracadute e ammarando delicatamente al largo della costa di San Diego, negli Stati Uniti. Le squadre addette hanno quindi recuperato la capsula”.

Artemis è il programma internazionale di esplorazione lunare che porterà l’essere umano sulla Luna. Questa prima missione ha fornito un primo test sia dello Space Launch System (Sls) della Nasa che del modulo lunare Orion, spinto dai 33 motori del Modulo di Servizio Europeo oltre la Luna e nello spazio profondo. I prossimi Moduli di Servizio Europei forniranno alle astronaute e agli astronauti delle missioni lunari elettricità, propulsione e controllo termico della cabina, ma anche atmosfera respirabile e acqua potabile.

“Il Modulo di Servizio Europeo si è comportato magnificamente” scandisce Philippe Deloo, Responsabile della Missione dell’Esa per Artemis. “L’obiettivo della prima missione Artemis era testare i limiti del veicolo spaziale e metterlo alla prova. Per questo motivo -spiega Deloo – abbiamo utilizzato Orion e l’Esm per eseguire manovre e operazioni di cui non avremo necessariamente bisogno nelle missioni con equipaggio ma volevamo davvero spingere il veicolo spaziale nella sua prima missione”. Deloo sottolinea inoltre che “durante i 25 giorni della missione, i team della Nasa e dell’Esa hanno lavorato alacremente sulle operazioni di volo del veicolo spaziale Orion per comprenderne il comportamento e, viste le ottime prestazioni, hanno eseguito test addizionali”. “L’incredibile ingegneria e la conoscenza dei team di Orion da entrambe le sponde dell’Atlantico – aggiunge ancora- hanno dato grandi risultati e sicurezza e per me è stato davvero un onore poter far parte di una missione così eccezionale”.

Lanciato dal primo Space Launch System (Sls) il 16 novembre dal Kennedy Space Center della Nasa, in Florida, alle 07:47 Cet (ora italiana), Orion ha svolto una missione di 25 giorni che l’ha visto effettuare due sorvoli ravvicinati con la Luna. Passando a una distanza di 130 chilometri dalla superficie lunare, il veicolo spaziale ha utilizzato la gravità della Luna per posizionarsi in orbita lunare e poi riprendere la rotta verso la Terra. L’Agenzia Spaziale Europea ricorda che il primo flyby lunare è avvenuto il 21 novembre alle 12:44 Gmt/13:44 Cet quando il Modulo di Servizio Europeo (Esm) ha acceso il suo motore principale per inviare Orion oltre la Luna e intorno a essa. Il 25 novembre, dieci giorni dopo il decollo, l’Esm ha invece acceso il suo motore principale e Orion alle 12:44 Gmt/13:44 Cet è entrato così in orbita lunare.

L’Agenzia Spaziale Europea rileva che durante la missione Artemis I, il team della sala di valutazione della missione Esm dell’Esa ha fornito suggerimenti e competenze approfondite per il controllo del volo al Johnson Space Center di Houston della Nasa, collegato a sua volta con un team del cuore tecnico dell’Esa il Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale (Estec) nei Paesi Bassi. Il team di esplorazione dell’Esa in Estec ha ideato la progettazione, l’acquisizione e la consegna di Esm-1 ed ha gestito, inoltre, i contributi europei per il Gateway, tra cui l’International Habitation Module (I-Hab) a leadership Esa e il modulo di rifornimento dell’Esa, parte di Esprit. I moduli verranno traghettati nell’orbita lunare dal veicolo spaziale Orion, rispettivamente, durante le missioni Artemis IV e Artemis V. I primi contributi dell’Esa al Gateway saranno il sistema di comunicazione lunare per il modulo Halo della Nasa e lo European Radiation Sensor Array (Ersa), un carico utile scientifico. Entrambi raggiungeranno l’orbita lunare nel 2024 a bordo dell’elemento di potenza e propulsione (Power and Propulsion Element – Ppe) del Gateway.

E c’è stata tanta Italia a bordo della prima missione lunare Artemis 1 che ha visto in volo anche il cubesat italiano Argomoon, un gioiello della tecnologia spaziale made in Italy. A tenere altro il nostro tricolore nella nuova era di missioni lunari della Nasa, con Esa partner, è stata l’Asi che al momento del lancio ha sottolineato come il nostro Paese abbia “un ruolo da protagonista con il settore spaziale italiano guidato dall’Agenzia Spaziale Italiana”. Realizzato dalla torinese Argotec, lil cubesat Argomoon è l’unico satellite europeo andato in orbita lunare. “Il coinvolgimento dell’industria parte da Leonardo e Thales Alenia Space che hanno realizzato alcuni componenti del modulo di servizio europeo Esm (European Service Module) di Orion, prodotti per conto dall’Agenzia Spaziale Europea” ricorda inoltre l’Asi.

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