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E’ robusto ma duttile, resistente ma malleabile, bello a vedersi e durevole nel tempo: ma soprattutto l’alluminio è un materiale a tutti gli effetti permanente e riciclabile all’infinito, essendo in grado di conservare in eterno le sue proprietà strutturali. Una caratteristica che rende ancora più importante il traguardo raggiunto dall’Italia dove ben il 90,4% delle lattine in alluminio per bevande immesse sul mercato viene oggi riciclato. A rilevarlo è CIAL, il Consorzio Nazionale che da circa 25 anni promuove la raccolta, il riciclo e il recupero del packaging in alluminio nel nostro Paese. Così come nel resto del mondo, anche in Italia la lattina in alluminio è il contenitore per bevande più riciclato da sempre (GUARDA IL VIDEO).

Il dato evidenzia la validità e l’efficacia del modello nazionale di raccolta differenziata, capace di raggiungere risultati in linea – o addirittura superiori – a quelli dei Paesi che hanno adottato il sistema di deposito con cauzione, che prevede il pagamento da parte del consumatore di una piccola somma aggiuntiva al prezzo del prodotto, rimborsabile al momento della restituzione dell’imballaggio.

Sotto il cappello del programma europeo ‘Every can counts’ (portato dal Consorzio in Italia con il nome di ‘Ogni lattina vale”), cui aderiscono oggi 19 paesi europei che promuovono a 360° il riciclo delle lattine, Cial condivide da tempo con i produttori e le principali associazioni europee del packaging in alluminio una roadmap per raggiungere il traguardo 100% di riciclo delle lattine per bevande entro il 2030. A questo scopo, il Consorzio ha implementato la raccolta dedicata alle sole lattine per bevande che, accanto alla raccolta differenziata tradizionale, ne garantisce il recupero nei luoghi di maggior consumo, con una strategia di azione sostenibile in termini ambientali, sociali ed economici. Un esempio su tutti la raccolta delle lattine avviata nel 2007 a bordo delle navi di alcune delle più importanti compagnie di crociera.

La filiera italiana del packaging in alluminio è all’avanguardia in Europa e ha da tempo abbondantemente superato gli obiettivi stabiliti a livello Ue. Il nostro Paese fa infatti registrare fra i più alti tassi di riciclo ai minori costi possibili. Non a caso, il contributo ambientale pagato dalle imprese per favorire la raccolta e il riciclo del packaging in alluminio è, con 7 Euro per tonnellata, il più basso di Europa.

Ma il Bel Paese è un’eccellenza nel riciclo dell’alluminio in genere, non solo delle lattine: vengono recuperate e riciclate infatti anche bombolette, vaschette, scatolette, vaschette, foglio sottile, tubetti, tappi e chiusure. Con 52.900 tonnellate di imballaggi in alluminio riciclate nel 2021, pari al 67,5% delle complessive 78.400 tonnellate immesse sul mercato – cui vanno aggiunte 3.700 tonnellate di imballaggio sottile destinato alla termovalorizzazione – l’Italia si conferma anche per il 2021 tra le eccellenze a livello europeo per quantità di alluminio riciclato prodotto.

In particolare, sono oggi 5.638 i Comuni e circa 47 milioni i cittadini attivi nella raccolta differenziata dell’alluminio con cui Cial collabora, nell’ambito dell’Accordo quadro Anci-Conai, su tutto il territorio nazionale. Numeri che hanno consentito di mantenere il trend positivo della raccolta differenziata gestita dal Consorzio negli ultimi anni, con un incremento, nel 2021, sia dell’immesso (+11,4%) sia delle quantità riciclate (+11,6%).

“Il nostro Paese – ha commentato il presidente di Cial Carmine Bruno Rea nel corso dell’Assemblea – con un tasso di riciclo del 67,5%, in linea con i valori degli ultimi anni, non solo ha da tempo raggiunto e superato gli obiettivi al 2025 e al 2030, ma si colloca ai primi posti in Europa con quasi 10 punti percentuali sopra la media degli altri paesi. Si tratta di un risultato molto importante che denota la validità e l’efficacia del sistema nazionale di gestione dei rifiuti di imballaggio basato su una solida e consolidata collaborazione tra pubblico e privato. Uno degli strumenti, infatti, più importanti e che hanno garantito che il sistema funzionasse con successo, efficienza ed efficacia – ha proseguito il Presidente Rea – è l’Accordo Quadro Anci-Conai-CIAL, con risultati e performance crescenti e in linea con i migliori standard europei. L’accordo quadro nazionale conferma l’importanza della vocazione sussidiaria al mercato di CIAL e il suo forte impegno per una corretta e fluida gestione dei rifiuti di imballaggio all’interno di un quadro normativo in continua evoluzione e in un momento storico caratterizzato da grandi incertezze sul mercato delle materie prime. Nel 2021 il nostro Consorzio, in base all’accordo quadro Anci-Conai-CIAL e a un sistema premiante della qualità, modulato sull’andamento del mercato dell’alluminio – ha concluso Rea – ha riconosciuto ai comuni italiani convenzionati con CIAL circa 11 milioni di Euro.”

Il sistema di gestione dei relativi rifiuti di imballaggio è oggi una componente essenziale dell’industria italiana dell’alluminio, che si caratterizza per una produzione ormai basata al 100% sul riciclo. Un vero e proprio modello di riferimento in tutto il mondo, coerente con i principi dell’economia circolare. Negli ultimi tre anni, grazie al riciclo di 151.700 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitate emissioni serra pari a 1.107mila tonnellate di CO2 e risparmiata energia per oltre 476mila tonnellate equivalenti di petrolio.

Negli ultimi 20 anni il comparto del packaging in alluminio in Italia e nel mondo è stato caratterizzato da una costante evoluzione in chiave ambientale. Un esempio può servire a rendere l’idea. Grazie alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, il peso di una lattina per bevande da 33 cl è passato dai 14 grammi del 2000 ai 12,2 grammi attuali, con un calo del 12%. Puo sembrare poco, ma in realtà per la tutela dell’ambiente, sono grammi ‘pesantissimi’ che, moltiplicati per i milioni di lattine prodotte ogni anno, si trasformano in tonnellate risparmiate in fase di produzione.

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(AdnKronos)


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