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50° Anniversario del Golpe in Cile: La Memoria di un Paese Diviso

Gabriel Boric, il presidente più giovane e di sinistra

Gabriel Boric, il presidente cileno più giovane e di sinistra nato dopo il golpe militare guidato da Augusto Pinochet, sta per commemorare il 50° anniversario dell’evento. Insieme a leader di Argentina, Colombia, Messico e Uruguay, Boric parteciperà a una cerimonia solenne. Mentre la democrazia in Cile è solida, il paese rimane diviso sulla memoria, e i parenti di circa 1.400 “desaparecidos” della dittatura non hanno mai avuto i loro corpi ritrovati.

La promessa di Boric: un “piano nazionale di ricerca”

Boric ha promesso di istituire un “piano nazionale di ricerca” per scoprire la verità sulla sorte dei “desaparecidos”. Recentemente, ha unito i suoi predecessori, tra cui Sebastian Pinera e Michelle Bachelet, per impegnarsi a mettere da parte le differenze politiche in occasione dell’anniversario e a preservare la democrazia e rispettare la costituzione.

La divisione sulla memoria e la polarizzazione politica

Tuttavia, il clima politico polarizzato si riflette nella commemorazione dell’anniversario. Il conservatore Pinera ha annunciato che non parteciperà agli eventi ufficiali, e le autorità hanno invitato i cittadini a evitare il centro di Santiago per garantire una celebrazione pacifica.

La divisione sulla memoria si inserisce in un contesto di crescente polarizzazione politica in Cile. Il governo di sinistra di Boric ha perso il referendum per riformare la costituzione l’anno precedente, mentre l’estrema destra, vicina ai nostalgici del golpe, ha guadagnato terreno alle elezioni di maggio.

L’11 settembre 1973: il colpo di stato e la dittatura

L’11 settembre 1973, il colpo di stato iniziò con l’occupazione del porto di Valparaiso da parte della marina cilena. Il presidente socialista Salvador Allende, dopo un ultimatum, rifiutò di arrendersi e morì durante il golpe. La dittatura che ne seguì fu caratterizzata da violenza e repressione, con migliaia di persone uccise, torturate o scomparse.

L’eredità della dittatura e la lotta per la giustizia

Nonostante il ritorno alla democrazia, l’eredità della dittatura rimane, con almeno 40.000 vittime riconosciute. Molti casi non hanno ancora avuto giustizia o verità. La commemorazione dell’anniversario evidenzia la sfida di affrontare il passato in modo condiviso e storico.

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(con fonte AdnKronos)

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