Innovazione nella purificazione: addio alle temute PFAS nell’acqua
-
L’Inter è Campione d’Italia, vittoria contro il Milan 2-1 ed è seconda stella VIDEO
-
Castel di Casio Camugnano: esplosione diga Suviana, 3 morti 4 dispersi VIDEO
-
VIDEO LIVE ECLISSI SOLARE – Segui via streaming il fenomeno astronomico in diretta
-
Ilaria Salis a processo a Budapest, ancora manette e catene in aula VIDEO
Ricerca all’avanguardia dell’Università della Columbia Britannica promette una rivoluzione nella rimozione delle sostanze chimiche persistenti
Un team di ingegneri dell’Università della Columbia Britannica ha compiuto un balzo in avanti nel campo della purificazione dell’acqua, introducendo una tecnologia capace di eliminare le cosiddette “sostanze chimiche per sempre” (PFAS) dall’approvvigionamento idrico. Questi composti, noti anche come sostanze per- e polifluoroalchiliche, sono impiegati in numerosi prodotti per le loro proprietà antiaderenti e repellenti alle macchie, ma rappresentano una minaccia crescente per l’ambiente e la salute umana.
Nonostante la loro invisibilità a occhio nudo, le PFAS si annidano in oggetti di uso quotidiano come abbigliamento da pioggia, pentole antiaderenti e schiume antincendio, infiltrandosi nell’ecosistema e, di conseguenza, nelle risorse idriche. L’uso prolungato di queste sostanze, iniziato negli anni ’40, ha portato a una diffusione capillare, con oltre 4.700 varianti note che possono causare danni significativi alla salute, inclusi disturbi del fegato, disfunzioni tiroidee e persino il cancro.
La soluzione proposta dall’Università della Columbia Britannica si basa su un materiale adsorbente innovativo, in grado di catturare e isolare le PFAS presenti nell’acqua. Questo materiale, a base di silice, è stato progettato per assorbire un ampio spettro di PFAS, garantendo un’efficace purificazione. Inoltre, il sistema prevede la distruzione delle sostanze nocive attraverso processi elettrochimici e fotochimici avanzati.
Il valore aggiunto di questa scoperta risiede nella sostenibilità del processo: il materiale adsorbente può essere rigenerato e riutilizzato più volte, minimizzando la produzione di rifiuti tossici. Parallelamente, l’Università dello Stato dell’Arizona sta investigando metodi alternativi che sfruttano microrganismi per degradare le PFAS, aprendo nuove frontiere nella lotta contro l’inquinamento da sostanze persistenti.
LE ULTIME NOTIZIE
(con fonte AdnKronos)
-
Scienza e Ricerca8 ore ago
Primo caso umano epidemia di influenza aviaria negli Usa: quali sintomi
-
Salute9 ore ago
Influenza e virus correlati: oltre 14,5 milioni di italiani colpiti in stagione
-
Acqua Salata18 ore ago
Cile, l’Amerigo Vespucci lascia Valparaíso e prosegue tour mondiale
-
Flash18 ore ago
Travolto da treno a Legnano: l’uomo era sdraiato sui binari