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Piccola comunità del potentino alle prese con un mini-focolaio nelle scuole medie ma anziché coesione e solidarietà qualcuno prova a dividere puntando il dito contro il sindaco

(AUDIO LETTURA PER IPO E NON VEDENTI NEL PLAYER IN BASSO) – Da qualche giorno la comunità di Forenza, piccolo centro della provincia di Potenza, è alle prese con un mini-focolaio Covid-19 nelle scuole medie; questa mattina è stata svegliata da uno striscione legato ai cancelli della villa comunale, recante ignobili accuse all’indirizzo del sindaco Francesco Mastrandrea, reo di essere, secondo gli ignoti detrattori, il responsabile del contagio fra i bambini. “Hai finito di concludere l’opera, 13 bambini contagiati per merito tuo, grazie sindaco”.

Questo il sintetico ma durissimo attacco alla Istituzione cittadina. Un’accusa che restituisce tanta amarezza per due motivi: l’attacco nei confronti di chi rappresenta lo Stato sul territorio in stile slogan e dunque senza circostanziare, cosa impossibile per altro; la presa di coscienza che in questo momento vi è a Forenza un altro problema oltre al Covid, ovvero l’assoluta mancanza di responsabilità da parte del cittadino e della politica in genere. 

Non si può restare impassibili di fronte ad atti del genere, da giornalista in primis, ma soprattutto da concittadino di chi si è reso responsabile di tale schifezza e di chi l’ha subita. Eh già, perché di schifezza vera e propria parliamo, di grave volontà di dividere e di puntare il dito contro chi non può, fatti e leggi alla mano, contrastare il contagio se non invitando all’attenzione la propria comunità e al massimo adottando misure di contenimento che, nel caso specifico, possono abbracciare diversi temi della vita sociale ma non quello legato alla scuola. 

Forenza ha ora bisogno di solidarietà e coesione a tutti i livelli, compresa un’auspicata collaborazione fra tutte le forze politiche in Consiglio Comunale, siano esse di maggioranza, che di minoranza. Siamo in guerra contro un nemico invisibile; probabilmente tutta la questione Coronavirus è stata, ed è affrontata con improvvisazione e incompetenza in molte azioni governative, ma in questo caso mi sento di dire che il pesce puzza dalla testa ma in coda non è marcio, anzi per quel che può, si difende dalla putrefazione. Gli uomini a presidio del territorio sono stati “armati” soltanto di pazienza, volontà e umanità, pallottole a salve e senza il minimo straccio di un potere decisionale più ampio e in grado di agire preventivamente a tutela della propria comunità.

Poco fa ho sentito il Sindaco per esprimergli la mia solidarietà e vicinanza chiedendo contestualmente di commentare la vicenda: “Cataloghiamo l’accaduto come un incidente che non scalfisce la mia coscienza, l’impegno e l’attenzione di tutte le persone coinvolte nell’affrontare questa emergenza. Dai sanitari ai collaboratori che spingono in unica direzione ovvero verso la tutela dei nostri concittadini. Colgo l’occasione per mandare un abbraccio ai piccoli contagiati e alle loro famiglie, non abbassiamo la guardia”, queste le sue parole.

Fortunatamente gran parte della comunità si è stretta attorno al primo cittadino, non facendo mancare il proprio sostegno sui social, tuttavia un episodio di questo genere, al contrario di quanto riferisce il Sindaco, non va archiviato come incidente ma denunciato con forza anche e soprattutto per sensibilizzare i forenzesi sulla delicatezza del momento.

Chissà, un giorno la storia ci dirà se tutto questo è stato manipolato in qualche modo, adesso però è il momento di difendersi dal contagio e (potrebbe sembrare assurdo ma non lo è) anche dai protocolli, perché entrambi, in maniera differente, stanno mietendo vittime e limitando la vita sociale, scolastica e lavorativa: cerchiamo quindi di evitare “comportamenti” che inevitabilmente creano potenziale pericolo e disagi che porterebbero ulteriore devastazione alla già complessa situazione epidemiologica.

Nino Lorusso

(AUDIO LETTURA PER IPO E NON VEDENTI)

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