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Nella notte di ieri in un raid Usa compiuto con i droni nella zona dell’aeroporto di Baghdad, è stato ucciso il generale Qassem Soleimani, capo di quello che viene considerato un gruppo terroristico extra-territoriale iraniano, denominato Quds Force. L’ordine di eliminare Soleimani è arrivato da Trump quando era passata da poco la mezzanotte in Iraq. Fortissima la reazione, al momento a parole, dei leader della Repubblica islamica dell’Iran

Quello che rimane dell’auto che trasportava il generale iraniano Soleimani (btnews)

Si aprono nuovi scenari in Medio Oriente, e nulla lascia presagire che siano di buon auspicio. Ieri notte alcuni droni americani, hanno compiuto un attacco nella zona dell’aeroporto di Baghdad in Iraq, colpendo a morte il generale Qassem Soleimani e anche uno stretto collaboratore del generale, Abu Mahdi al-Muhandes, è stato ucciso insieme a lui.

Via libera al raid di Trump poco dopo la mezzanotte irachena

L’ordine dell’attacco è arrivato nelle prime ore di venerdì direttamente dal capo della Casa Bianca Donald Trump, che poco dopo l’attacco ha pubblicato una bandiera a stelle e strisce sul suo profilo Twitter. Compiuto l’attacco, è stato il Pentagono a fornire immediatamente i dettagli dell’operazione: il motivo principale di tale eliminazione, sta nella “certezza” da parte americana che Soleimani e i suoi stretti collaboratori, stavano programmando altri nuovi attacchi ad obiettivi Usa in Iraq

Le spiegazioni dell’attacco rivelate dal Pentagono

In questo modo, come mai prima, gli Stati Uniti affrontano apertamente l’Iran e mandano un messaggio fortissimo e inequivocabile di forza. Una reazione che giunge inaspettata e che colpisce chirurgicamente una delle menti più fini e eccelse, quanto diaboliche del regime degli ayatollah: “Questo raid aveva lo scopo di dissuadere i futuri piani di attacco iraniani. Gli Stati Uniti continueranno a prendere tutte le misure necessarie per proteggere il nostro popolo e i nostri interessi ovunque si trovino nel mondo.”

Non si è fatta attendere la reazione iraniana

Appena raggiunta dalla notizia, la guida spirituale suprema iraniana l’ayatollah Ali Khamenei, ha ordinato tre giorni di lutto nazionale e a giurato che gli Usa pagheranno con una “grande vendetta” per l’omicidio del generale iraniano. Anche il ministro degli Esteri Zarif, ha tuonato contro gli states, definendo il raid un “atto terroristico, foriero di una rapida e folle, quanto stupida, escalation”.

Ora tutto è possibile

Adesso bisognerà attendere per capire quali ripercussioni avrà questo attacco in tutto il medio Oriente. Intanto il primo ministro israeliano Netanyahu, ha sospeso la sua visita in Grecia per rimanere a Gerusalemmme. Lo Stato con la Stella di David è uno dei principali bersagli delle forze iraniane e filo-iraniane e si teme che dai vicini Libano e Siria, così come da Gaza, possano arrivare degli attacchi al territorio ebraico, tanto che lo stato di allerta è stato portato un gradino sotto i massimi livelli.

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