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Mentre il paese della Stella di David si appresta ad andare ancora una volta al voto, è arrivata la notizia che i jet dell’aviazione israeliana, presumibilmente nella notte appena trascorsa, sono andati a colpire alcune istallazioni sciite, legate indissolubilmente alla Repubblica islamica dell’Iran, in territorio siriano, al confine con l’Iraq. Questo raid israeliano, secondo una fonte della sicurezza siriana, sarebbe avvenuto nella parte orientale del paese, dove un gruppo di terroristi sciiti legati a Teheran, erano depositari di alcune testate missilistiche e di munizioni. Nell’attacco, alcune fonti parlano della morte tra i 18 e 21 miliziani che erano presenti durante il bombardamento a protezione del sito, ma non vi è alcuna conferma ufficiale ne di tali vittime e neppure dell’avvenuto raid.

A chiusura della campagna elettorale, per il voto che si svolgerà nella giornata odierna, il Primo Ministro uscente Netanyahu, ha riferito ai media israeliani che Israele è pronto, qualora ci sia la possibilità che possa essere coinvolto nello scontro tra Stati Uniti e Iran: la tensione tra i due paesi è salita alle stelle, in seguito al bombardamento con i droni di una area dei siti petroliferi dell’Arabia Saudita, compiuta dai ribelli yemeniti Houthi, legati alla Repubblica iraniana. Gli Stati Uniti ritengono che vi sia la mano di Teheran nell’attacco a un giacimento petrolifero di Riad. Netanyahu ha così offerto il suo eventuale sostegno a ogni iniziativa a stelle e strisce, volta a colpire il paese degli ayatollah, acerrimo nemico del popolo ebraico.

Intanto, come misura di sicurezza antiterrorismo, il ministero della Difesa biancoblu ha annunciato la chiusura deicheck-point in Giudea, Samaria e gli attraversamenti dalla striscia di Gaza durante il giorno delle elezioni, a partire da mezzanotte di ieri sera.

 

 

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