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È arrivato in un Centro di trattamento Ebola supportato da Medici Senza Frontiere (MSF) il primo paziente colpito dall’epidemia registrato nella città di Goma, in Repubblica Democratica del Congo (RDC) vicino al confine col Rwanda. Dopo la conferma della positività al virus, arrivata dalle analisi di laboratorio condotte dal Ministero della Salute, il paziente è stato isolato e ha ricevuto l’assistenza medica necessaria. Questa mattina è stato trasferito a Butembo, città dalla quale proveniva, su indicazione delle autorità sanitarie locali.

Il caso di Ebola a Goma dimostra che la situazione continua a essere preoccupante e che di fatto l’epidemia non è sotto controllo” dichiara Ruggiero Giuliani, medico infettivologo e vicepresidente di MSF, che ha lavorato nella risposta all’epidemia.

Da oltre 6 mesi MSF supporta le attività di preparazione per un’emergenza Ebola a Goma, rafforzando il sistema di sorveglianza epidemiologica e garantendo un’adeguata capacità per gestire i casi sospetti. Insieme al Ministero della Salute e all’OMS, continueremo a monitorare la situazione e rispondere per quanto necessario.

L’epidemia è la peggiore mai registrata nel paese e la seconda peggiore nella storia della malattia, la prima in un’area di conflitto. Da mesi MSF chiede che la risposta all’Ebola prenda una nuova svolta. I pazienti e le loro famiglie devono essere coinvolti nella gestione della malattia, le campagne di vaccinazione devono raggiungere più persone e per questo sono necessari più vaccini. Devono essere affrontati anche gli altri, gravi bisogni sanitari delle comunità.

Nei mesi scorsi, a causa di violenti attacchi contro le strutture, MSF è stata costretta a sospendere le attività nei Centri di trattamento a Butembo e Katwa, ma continua a gestire attività legate all’epidemia di Ebola anche a Kayna e Lubéru, in Nord Kivu, e due Centri di isolamento a Bwanasura e Bunia, provincia di Ituri.

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