F1: 25 anni senza Ayrton Senna, campione senza tempo
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Sono le 14:18 quando uno schianto alla curva del tamburello del circuito di Imola, cambierà la storia della formula 1, portandosi via uno dei suoi più grandi campioni: Ayrton Senna. Tre volte campione del mondo (1988, 1990, 1991), soprannominato Magic, è considerato uno dei più forti di tutti i tempi e quel maledetto 1 maggio 1994 non voleva correre. In un’intervista rilasciò la seguente dichiarazione: “è vero che nessuno ci ha ordinato di correre in formula 1, ma non siamo pagati per morire”. Il giorno prima il tragico evento, infatti, la formula 1 piangeva un altro campione, Roland Ratzenberger, che perse la vita durante le qualifiche. Fu il weekend più drammatico della storia di questo sport. Con Ayrton, finí un’era, nessun pilota riuscì più ad entrare nel cuore dei brasiliani, e di tutti, con la stessa forza di questo grande campione. Campione di altri tempi, era infatti un uomo di grandi valori, di grandi sogni, di grande fede, a cui piaceva pensare in grande e spingersi oltre, ma sempre mantenendo la testa alla realtà: “Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario anche se nel sogno va intravista la realtà.” Recitava così, infatti, una delle sue frasi più famose.
Il 1 maggio di 25 anni fa, Ayrton arrivò fino al settimo giro del circuito di San Marino, e alle 14:18 alla curva del Tamburello avvenne lo schianto. Accadde in diretta tv, e i minuti successivi segnarono la vita di molte persone. A niente servirono le preghiere e la speranza dei molti tifosi, e non, perché alle 18:40 dall’ospedale di Bologna fu annunciata la morte del grande campione a causa della rottura del piantone dello sterzo della sua Williams. Fu un lutto indescrivibile. Il mondo piange tutt’oggi non solo uno sportivo, ma anche un uomo, che ha insegnato a sognare, rimanendo sempre con i piedi per terra, a rischiare e credere di poter superare i propri limiti, a cercare di svolgere ogni azione con amore e molta fede in Dio. Uomini come Senna mancavano allora, come mancano oggi, ma il suo esempio ci accompagnerà per sempre come un faro nella nebbia.
Giulia Checchi
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