
Campagna mediatica di Trump contro Zelensky: destabilizzare l’Ucraina e l’Europa
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Il presidente americano intensifica la propaganda contro Zelensky, sciorinando sondaggi inverificabili e facendo sponsorizzare dai media che lo sostengono nuovi candidati pronti a sostituirlo (e che avrebbero maggior consenso senza alcun dato oggettivo), minando la fiducia nell’attuale governo ucraino. Che farà l’Europa? Occhio alla Germania che va al voto
Il presidente Donald Trump sta orchestrando una campagna mediatica che ha tutta l’aria di una voluta disinformazione contro il leader ucraino Volodymyr Zelensky, un’operazione che non solo mina la credibilità dell’attuale governo ucraino, ma rischia di destabilizzare la situazione politica in un Paese già devastato dalla guerra. Utilizzando rilevamenti poco chiari e numeri non supportati da dati reali, in un paese in piena guerra, che ha altri problemi pesanti, si sfornano in queste ore sondaggi su eventuali candidati alla presidenza ucraina che hanno maggior sostegno di Zelensky: la narrazione che Trump e i suoi zelanti collaboratori stanno diffondendo ipotizza la necessità di un cambio di leadership, gettando ombre sulla figura di Zelensky… E di riflesso sull’Europa.
Questa operazione mediatica, sostenuta da una stampa favorevole a Trump, non solo rilancia candidati ipotetici come possibili sostituti di Zelensky, ma sfrutta i meccanismi dell’informazione basata su dati senza controllo, con magari pezzi di verità abbondantemente edulcorati per far passare l’idea che l’attuale presidente ucraino non goda più di fiducia nel Paese. La realtà, però, dipinge un quadro ben diverso: Zelensky rimane uno dei pilastri della resistenza ucraina, sostenuto dalla popolazione che riconosce il suo impegno in un contesto bellico difficile e ritenuto anche tra i leader europei un eroe per la resistenza dimostrata.
La strategia di Trump non è nuova: l’utilizzo della propaganda e dell’informazione vaga e senza evidenti riscontri, come strumenti per spostare l’attenzione e generare caos in scenari politici delicati, è una delle caratteristiche più evidenti della sua politica estera. In questo caso, l’obiettivo non è solo screditare Zelensky, ma anche creare un terreno favorevole per un possibile cambiamento di potere in Ucraina, allineato agli interessi geopolitici e di mero business dell’amministrazione americana; condizione che agevolerebbe anche quella russa, che non vede l’ora di eliminare, visto che non è riuscita fisicamente, il principale fermo oppositore alle sue mire espansionistiche.
Il rischio che questa campagna possa ulteriormente destabilizzare l’Ucraina è reale, soprattutto in un momento in cui il Paese ha bisogno di stabilità e sostegno internazionale per far fronte all’aggressione di Mosca. In tutto questo l’Europa che si è sbracciata per aiutarlo fino a questo momento, in buona sostanza tace e nelle mosse che pone in opera, si muove totalmente disunità, che difficilmente può essere considerata come una vera Unione, cercando di evitare di creare attriti, per dirla alla Vance, con il nuovo “Sceriffo” a stelle e strisce con poteri sovraumani. Quanto potrà resistere in queste condizioni e con il fuoco amico contro Volodymyr?
Domenica la Germania vota, con l’estrema destra difesa dall’amministrazione Trump/Musk, che potrebbe fare un exploit… I tedeschi faranno la stessa fine che a novembre hanno fatto gli americani?
(immagine creata dall’intelligenza artificiale Grok)
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