Dolce&Gabbana diventa fur-free
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Dolce&Gabbana dismette le produzioni in pelliccia già da quest’anno. La nuova policy fur-free dell’azienda è conforme alle Linee guida della Fur Free Alliance (network internazionale con oltre 50 ong nel mondo): stop a pellicce ricavate da animali appositamente allevati o catturati in natura.
“Dolce&Gabbana sta lavorando per un futuro più sostenibile che non può contemplare l’uso della pelliccia animale – commenta Fedele Usai, Group Communication&Marketing Officer di Dolce&Gabbana – L’intero sistema moda ha un importante ruolo di responsabilità sociale che deve essere promosso e incoraggiato: integreremo materiali innovativi nelle nostre collezioni e svilupperemo processi produttivi rispettosi dell’ambiente, preservando al tempo stesso il lavoro e il know-how degli artigiani”.
Dolce&Gabbana si unisce a un elenco crescente di marchi che si sono impegnati a bandire le pellicce di animali dalle loro collezioni, inclusi i marchi italiani Armani, Gucci, Prada e, proprio nei giornis corsi, anche Moncler, così come già dal 2016 il leader globale nella moda di lusso online Yoox Net-a-Porter.
Plauso da parte della associazioni impegnate sul tema. “Celebriamo Dolce&Gabbana per aver terminato ogni associazione con la crudeltà delle pellicce e per essere passata a materiali più umani e innovativi – dice Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance – Il mondo sta cambiando e marchi come Dolce&Gabbana si stanno giustamente adattando a un consumatore in evoluzione, che vuole che le aziende prendano posizione contro la crudeltà verso gli animali e innovino per un futuro più sostenibile”.
Per Simone Pavesi, responsabile Lav Area Moda Animal Free, “il futuro della moda sostenibile, etica, bella a prescindere che sia di lusso o meno, è senza materiali di origine animale. La pelliccia ormai appartiene al passato e agli anni più bui di una Industria, quella dell’abbigliamento, che non teneva conto del ruolo attivo di attori sociali delle aziende della moda e che, in quanto tali, non possono fare a meno di fare rientrare nei propri modelli di business i valori di rispetto per gli animali sempre più radicati nella società”.
Da quest’anno, grazie a un emendamento proposto dalla Lav alla legge di Bilancio 2022 e fatto proprio dal Governo nel maxi-emendamento presentato al Parlamento, l’Italia ha messo al bando gli allevamenti di animali destinati alla produzione di pellicce.
(AdnKronos)
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