Guerra in Ucraina, le fake news di Putin sul fronte: cosa dicono davvero i dati
Putin annuncia successi militari lungo tutto il fronte ucraino, ma analisi indipendenti e dati Isw smentiscono la narrazione del Cremlino su Donetsk, Kharkiv e Zaporizhzhia
Le fake news di Putin sul fronte – La Russia avanza lungo tutto il fronte e l’Ucraina si ritira. È la fotografia della guerra tracciata da Vladimir Putin, rilanciata con forza nella lunga conferenza del 19 dicembre. Un quadro che, però, secondo osservatori indipendenti e analisti militari occidentali, non corrisponde alla realtà dei fatti. Nella migliore delle ipotesi è impreciso, nella peggiore apertamente falso.
La narrazione proposta dal presidente russo arriva in un momento delicato, mentre si moltiplicano le ipotesi di negoziati e prende forma il piano di Donald Trump per congelare la linea del fronte. In questo contesto, il Cremlino alza il tiro: descrive una Russia inarrestabile e un’Ucraina costretta a limitare i danni sul piano diplomatico.
Le rivendicazioni di Mosca e la smentita delle mappe
Putin ha sostenuto che le forze russe avrebbero conquistato Siversk, nel Donetsk, e Vovchansk, nell’oblast di Kharkiv, oltre a controllare metà di Lyman, Hulyaipole e più della metà di Kostyantynivka. Numeri che non trovano riscontro nelle analisi dell’Institute for the Study of War (Isw), il think tank statunitense che monitora quotidianamente il conflitto.
Secondo l’Isw, la Russia non esercita alcun controllo stabile né su Lyman né su Hulyaipole. In entrambi i casi si tratta di infiltrazioni o assalti localizzati, privi di una gestione consolidata del territorio. La presenza russa a Hulyaipole si ferma al 7,3% dell’area urbana, mentre a Lyman scende al 2,9%. Anche adottando le stime più ottimistiche di blogger militari russi, si arriva a percentuali lontanissime da quelle dichiarate dal Cremlino.
Le contraddizioni interne alla narrativa russa
Le affermazioni di Putin superano persino le valutazioni ufficiali del ministero della Difesa russo. Sia il ministro Andrei Belousov sia il generale Valeri Gerasimov hanno parlato di combattimenti in corso nelle aree citate, non di conquiste definitive.
Ancora più fragile appare la versione su Vovchansk. Secondo il blogger militare ucraino Kostyantyn Mashovets, la parte meridionale della città resta teatro di scontri continui, senza alcuna stabilizzazione del controllo russo.
Il caso Kupyansk e il fronte di Kharkiv
Il caso più emblematico resta Kupyansk, nodo strategico per il destino della regione di Kharkiv. Putin ne rivendica la conquista da settimane, annunciando una futura avanzata verso ovest. La realtà sul terreno racconta altro: le forze ucraine hanno riconquistato ampie porzioni della città e il presidente Volodymyr Zelensky ha visitato la periferia meridionale per celebrare il risultato.
Per ribaltare la situazione, Mosca dovrebbe spostare uomini e mezzi da altri settori del fronte, un’operazione complessa che al momento non emerge dalle dinamiche militari osservate.
Piccoli centri, grandi annunci
Nel complesso, la strategia comunicativa del Cremlino insiste sulla conquista di piccoli insediamenti, spesso dopo mesi di combattimenti e con costi elevatissimi in termini di perdite. Prima della guerra, città come Vovchansk, Lyman, Siversk e Hulyaipole contavano tra i 12 e i 20 mila abitanti.
Ben diverso il peso strategico di Slovyansk e Kramatorsk, nel Donetsk, con oltre 100 mila abitanti ciascuna: pilastri della cosiddetta “Cintura della Fortezza” ucraina che non compaiono nelle liste trionfali di Putin e che continuano a rappresentare un ostacolo decisivo per Mosca.
Un obiettivo ancora lontano
Secondo l’Institute for the Study of War, la conquista dell’intero Donbass resta una chimera. Anche ipotizzando l’attuale ritmo delle operazioni, alla Russia servirebbero almeno due anni per avvicinarsi concretamente all’obiettivo. Nel frattempo, la propaganda del Cremlino continua a enfatizzare progressi marginali, mentre la realtà del fronte resta molto più complessa e incerta di quanto raccontato da Putin.
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