Sgombero Askatasuna a Torino dopo 30 anni di occupazione
Sgombero Askatasuna a Torino: dopo quasi 30 anni le forze dell’ordine liberano il centro sociale, tra violenze di piazza, No Tav e tensioni con il Comune.
Sgombero Askatasuna, fine di una lunga stagione antagonista – Dalla guerriglia No Tav alle manifestazioni Pro Pal più violente, fino all’assalto alla sede del quotidiano La Stampa: con lo sgombero Askatasuna si chiude una delle esperienze più longeve e controverse dell’antagonismo torinese. Questa mattina le forze dell’ordine sono intervenute in corso Regina Margherita, mettendo fine a un’occupazione iniziata negli anni Novanta e diventata nel tempo un punto di riferimento nazionale per i movimenti radicali.
Askatasuna è stata per quasi trent’anni una realtà centrale nella galassia antagonista, capace di mobilitare centinaia di persone grazie ai legami con collettivi universitari e liceali e a una rete di rapporti costruita anche oltre confine, in particolare durante la lunga stagione della protesta No Tav.
La rottura con il Comune e la fine del patto di collaborazione
Lo sgombero Askatasuna arriva dopo la decisione del Comune di Torino di porre fine al patto di collaborazione che mirava a trasformare l’immobile in un “bene comune”. Secondo quanto comunicato dalla Prefettura, sono state accertate violazioni delle prescrizioni relative all’interdizione di accesso ai locali di corso Regina Margherita 47.
Il sindaco Stefano Lo Russo ha spiegato che tali violazioni hanno determinato la decadenza automatica del patto: un percorso amministrativo che, nelle intenzioni dell’amministrazione, avrebbe dovuto far uscire l’occupazione dal perimetro dell’illegalità. “Quelle condizioni sono venute meno”, ha ammesso il primo cittadino, prendendo atto della fine dell’esperimento.
Un centro sociale al centro delle indagini per anni
Per la Digos di Torino, Askatasuna è stata a lungo una priorità investigativa, soprattutto per l’attitudine allo scontro e la capacità di organizzare mobilitazioni violente. L’Operazione Sovrano, avviata nel 2019, aveva portato nel 2021 all’ipotesi di associazione sovversiva legata alle azioni contro la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione.
L’accusa più grave è poi caduta, ma il bilancio giudiziario resta pesante: assoluzione dal reato associativo per 28 militanti, ma anche condanne per reati specifici come violenza privata, minacce a pubblico ufficiale e danneggiamenti, oltre a risarcimenti ai ministeri dell’Interno e della Difesa.
Gli immobili occupati e la lunga storia di illegalità
Lo sgombero Askatasuna riguarda una realtà che ha fatto degli immobili occupati la propria base operativa. Il complesso di corso Regina Margherita, ex sede scolastica comunale, è stato occupato per la prima volta nel 1994 e nuovamente nel 1996. A questo si aggiungono gli spazi dei Murazzi del Po, occupati abusivamente già nel 1989 e mai definitivamente regolarizzati.
Nel 2023 perquisizioni e ispezioni disposte dalla Procura hanno portato al sequestro di materiali e alla dichiarazione di inagibilità dei locali dei Murazzi, mentre per corso Regina l’amministrazione aveva tentato la strada della gestione condivisa, poi naufragata.
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(con fonte AdnKronos)
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