
Pene più severe per i reati contro gli animali
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Il Senato approva il ddl che rafforza la tutela degli animali, inasprisce le sanzioni per maltrattamenti e combattimenti clandestini e introduce nuovi divieti per la protezione dei quattro zampe
Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulle modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di reati contro gli animali. Il provvedimento, articolato in 15 articoli, segue la riforma dell’articolo 9 della Costituzione, che riconosce agli animali uno specifico valore giuridico e impone allo Stato di tutelarne il benessere.
Il testo introduce un cambiamento fondamentale nella tutela giuridica: non si protegge più soltanto il “sentimento per gli animali”, ma gli animali stessi come esseri senzienti. Di conseguenza, si inaspriscono le pene per i reati a loro danno, con particolare attenzione a sevizie, uccisioni e maltrattamenti.
Tra le novità più rilevanti, l’articolo 2 aumenta le sanzioni per chi organizza spettacoli con sevizie sugli animali. L’articolo 3 raddoppia la pena, fino a quattro anni di reclusione, per chi promuove o dirige combattimenti clandestini, prevedendo aggravanti in caso di coinvolgimento di minori, uso di armi o diffusione online.
Le pene si inaspriscono anche per chi causa la morte di un animale con crudeltà, con una durata fino a quattro anni di carcere, mentre aumentano le sanzioni per chi danneggia o uccide più animali contemporaneamente. Per l’abbandono, si eleva la sanzione minima prevista.
Il nuovo articolo 260-bis del codice di procedura penale regola l’affidamento definitivo degli animali sequestrati alle associazioni autorizzate, con la possibilità di modifiche anagrafiche in caso di cucciolate. Il ddl vieta inoltre l’abbattimento o l’alienazione degli animali coinvolti in indagini penali fino alla sentenza definitiva.
Chi commette ripetutamente reati gravi contro gli animali potrà essere sottoposto a misure preventive del codice antimafia, incluse confische e sorveglianza speciale. Per le imprese, si estende la responsabilità amministrativa con multe e interdizioni fino a due anni, esclusi i settori di caccia, pesca, allevamento e spettacoli circensi.
Sul fronte della tutela quotidiana, il provvedimento introduce il divieto generalizzato di tenere cani e altri animali legati alla catena, salvo certificazioni di salute o sicurezza. Viene inoltre vietata la commercializzazione di pellicce e pelli di gatto domestico.
Completano il ddl nuove norme sull’identificazione e registrazione degli animali, il coordinamento delle forze di polizia in materia di reati contro gli animali e l’inasprimento delle pene per la cattura e detenzione illegale di animali selvatici.
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(con fonte AdnKronos)
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