Usa al voto: le posizioni di Harris e Trump sui principali scenari di politica estera
Due giorno al voto negli Stati Uniti. Le elezioni presidenziali del 5 novembre delineano due visioni distinte in politica estera tra Harris e Trump, dalle tensioni in Medio Oriente e in Ucraina ai rapporti con Cina e Europa
Il prossimo 5 novembre, gli Stati Uniti andranno al voto per eleggere il presidente. Questa data cade sempre il martedì dopo il primo lunedì di novembre, tradizione stabilita nel 1845 per facilitare la partecipazione degli elettori rurali: votare di martedì evitava la domenica, giorno religioso, e il mercoledì, giorno di mercato. Novembre era scelto perché a fine stagione agricola, quando le comunità avevano più disponibilità per recarsi ai seggi.
Il conflitto a Gaza e le strategie dei candidati
La crisi a Gaza rappresenta uno dei principali temi in politica estera. Kamala Harris sostiene la soluzione a due Stati, promossa anche dall’attuale amministrazione, che prevede il riconoscimento di uno Stato palestinese. Durante la campagna, ha sottolineato il sostegno alla popolazione di Gaza senza compromettere il legame militare con Israele. Trump, invece, non pone limiti a un’eventuale vittoria militare di Israele, approvando persino una possibile occupazione della Striscia di Gaza in nome della sicurezza.
Le posizioni su Iran e sicurezza in Medio Oriente
L’Iran è un altro punto di divergenza: Harris si oppone all’influenza iraniana in Medio Oriente e condanna il sostegno di Teheran a gruppi come Hezbollah e Hamas. Trump, rivendicando il ritiro dall’accordo sul nucleare del 2015, accusa le concessioni precedenti di aver rafforzato l’Iran e propone una linea più dura per limitare il ruolo regionale di Teheran.
Il conflitto in Ucraina e il sostegno all’Europa
Sulla guerra in Ucraina, Harris si impegna a continuare il supporto militare al Paese contro l’invasione russa, in linea con la strategia di Biden. Trump, che dichiara di avere un’intesa con Putin, sostiene che l’invasione non sarebbe mai avvenuta sotto la sua presidenza, proponendo un accordo che metterebbe fine al coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, delegando l’onere agli alleati europei.
Le relazioni con l’Unione Europea e la Nato
Per quanto riguarda i rapporti con l’Europa, Trump si mostra critico nei confronti dell’Unione Europea, considerandola una rivale economica. Non esclude l’introduzione di dazi su automobili e prodotti agricoli europei se l’UE non aumenterà le importazioni dagli USA. Harris, invece, punta a rafforzare la Nato e le alleanze transatlantiche, appoggiando la politica di Biden di un’“America is back” per riaffermare il ruolo globale degli Stati Uniti.
La Cina: approcci divergenti a una sfida comune
Entrambi i candidati riconoscono la sfida rappresentata dalla Cina, ma con strategie distinte. Trump propugna tariffe fino al 60% sui prodotti cinesi e ammira il rigore di Xi Jinping, anche se critico delle pratiche commerciali cinesi. Harris, invece, sostiene la necessità di contenere l’influenza cinese tramite alleanze con i Paesi dell’Asia-Pacifico e appoggia lo status quo a Taiwan, in linea con la politica di Biden.
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(con fonte AdnKronos)
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